Le imprese si trovano a dover affrontare al contempo una crescente pressione competitiva, determinata dall’accelerazione del progresso tecnologico e della competizione internazionale, insieme con una necessaria, quanto inevitabile, transizione verso nuovi modelli sostenibili e a impatto neutrale. In questo contesto, la digitalizzazione diventa l’asset principali di aziende e sistemi economici per permettere di raggiungere il doppio risultato di un aumento dell’efficienza produttività e di un aumento della performance di sostenibilità.
Questa sovrapposizione tra digitale e sostenibilità è al centro nel concetto di Twin Transition, o “transizioni gemelle”, cuore dell’operato dalla Commissione Europea uscente, il quale enfatizza un approccio dove progresso tecnologico e transizione sostenibile procedono all’unisono. La visione delle Twin Transition è diventata il centro della programmazione economica e industriale dell’UE di lungo periodo, grazie a iniziative strategiche quali il Green Deal Europeo e il Digital Compass, i due piani strategici che delineano traiettorie e obiettivi legati alla digitalizzazione nel medio lungo periodo.
Ma può risultare intuitivo il legame sinergico tra digitale e sostenibilità per l’efficientamento di processi e sistemi energetici, come si manifesta concretamente la Twin Transition nel contesto delle imprese? La ricerca intitolata “Il digitale per un profitto sostenibile: la Twin Transition delle imprese e le soluzioni digitali a supporto di sostenibilità e circolarità” sviluppata in collaborazione fra The European House – Ambrosetti e Avvale, esplora nel dettaglio questa tematica. I risultati dello studio rivelano come il digitale emerga non solo come un potente alleato per le aziende, ma come un fattore strategico imprescindibile, capace di abilitare nuovi modelli di business e processi sustainable by design. In questo contesto, l’approccio digitale permette di elevare la sostenibilità da semplice pratica a elemento strategico fondamentale, consentendo la costruzione di sistemi avanzati per la misurazione della performance aziendale.
Il ruolo del digitale per l’efficientamento delle attività delle imprese
In questo contesto, le imprese sono chiamate a costruire un nuovo paradigma in cui sostenibilità e competitività risultano strettamente connesse. Il digitale risulta l’abilitatore chiave di questo processo per due principali ragioni: una strategica e una di compliance.
Sotto il profilo strategico, il digitale permette di trasformare l’efficienza operativa e produttiva, abilitando il raggiungimento di livelli impensabili rispetto al passato, e consente al tempo stesso di ridurre i costi produttivi e gli sprechi energetici e del consumo risorse. Grazie a questa sinergia tra vantaggi competitivi e riduzione dell’impatto ambientale, il digitale permette un salto evolutivo verso un nuovo concetto di sostenibilità, superando la visione ristretta che la legava all’uso di risorse energetiche e materiali sostenibili. Il digitale permette ora di abbracciare una visione più ampia dove la sostenibilità si afferma come un elemento fondamentale nel modello di business e della strategia di impresa. Pertanto, infrastrutture digitali robuste e strumenti di misurazione avanzati diventano essenziali non solo per ottimizzare i processi produttivi, ma anche per assicurare la conformità alle normative vigenti, facilitando una comunicazione trasparente riguardo le pratiche sostenibili adottate.
Il secondo elemento è infatti legato alla crescente pressione normativa che le aziende italiane ed europee si trovano ad affrontare. Negli ultimi anni, infatti, l’Unione Europea ha emanato una serie di dispositivi legislativi, i quali introducono obblighi stringenti di rendicontazione dell’impazzo ambientale delle imprese. Tra le altre, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) entrata in vigore il 5 gennaio 2023, richiede alle aziende di misurare le proprie emissioni su tre tipologie di categorie: le emissioni dirette (Scope 1, relative alla combustione diretta di fonti fossili), quelle indirette (Scope 2, connesse ai consumi di energia e materie prime) e quelle indotte (Scope 3, legate alla filiera).
In questo contesto, il digitale emerge come unica soluzione per garantire una rendicontazione tempestiva e cost-effective circa la performance di sostenibilità la quale, soprattutto per quanto riguarda la misurazione d’impatto della catena di fornitura, richiede un ulteriore uno sforzo informativo all’esterno dell’azienda, coinvolgendo tutti i partner a monte e a valle della filiera.
I nuovi modelli di business e paradigmi circolari abilitati dal digitale
Tuttavia, il digitale non è solo chiave per efficientare e misurare l’impatto ambientale delle imprese, ma anche – e soprattutto – strumento per la costruzione di nuovi modelli di business di tipo sustainable by design, che siano in grado di superare la logica lineare di consumo delle risorse, verso modelli circolari abilitati dai dati.
I paradigmi di circolarità per le imprese variano molto tra diversi settori e sono funzione di specifiche combinazioni di tecnologie all’interno di differenti processi e ambiti. In questo senso, i modelli circolari non si configurano come una soluzione universale, ma incoraggiano ogni settore e azienda a individuare la propria specificità strategica, sfruttando una combinazione unica di tecnologie per la realizzazione di un’economia circolare efficace. Il concetto stesso di circolarità può avere declinazioni tra loro molto diverse, con differenti implicazioni strategiche e di business: intensità di utilizzo, gestione fine vita, estensione vita utile e riuso. Circolarità non è solo e soltanto riciclare, ma anche e soprattutto usare di più e in maniera più efficiente le risorse e i beni attualmente a disposizione. A questo fine, il digitale ricopre un ruolo cruciale nell’abilitare nuovi modelli di business basati sul paradigma as a service, in grado di trasformare le relazioni tra imprese e clienti da modelli transazionali, e quindi con un incentivo alla sovrapproduzione, a modelli relazionali, dove riuso e gestione del fine vita dei prodotti diventano centrali.
Le nuove tecnologie digitali sono indispensabili per dar vita a questi modelli circolari innovativi, apportando un impatto significativo sul miglioramento dell’efficienza operativa e aprendo nuove possibilità inesplorate. Queste tecnologie si suddividono in diverse categorie, ciascuna rivolta a specifici ambiti di applicazione: dalla generazione, elaborazione, e storage di dati, che comprende soluzioni come cloud computing, Internet delle Cose (IoT), intelligenza artificiale (IA), e hyperautomation, alla creazione di piattaforme e interfacce digitali che facilitano l’interazione e la comunicazione tra utenti, macchine e sistemi.
Conclusioni
In conclusione, l’importanza del digitale e dei dati nell’era attuale non può essere sottovalutata, soprattutto per le aziende che mirano a una crescita sostenibile e competitiva. L’integrazione strategica della tecnologia digitale e l’utilizzo efficace dei dati emergono come pilastri fondamentali per abilitare un’economia circolare e per rispondere con agilità alle pressioni normative e alle aspettative del mercato. La digitalizzazione non è più una scelta, ma una necessità imperativa che apre la strada a modelli di business innovativi e sostenibili, permettendo alle aziende di superare i tradizionali limiti operativi e di sfruttare al massimo le risorse disponibili.
Non più un costo: grazie al digitale la sostenibilità diventa un elemento strategico e di business grazie al quale accelerare risultati e competitività.