Da quando le tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT) sono diventate parte dell’esperienza quotidiana di tutti, e non più solo di una ristretta cerchia di tecnici addetti ai lavori, si sono adottate sempre più esplicitamente le tecniche del marketing a supporto della diffusione sociale dei sistemi ICT. Un’interessante indicatore di questa situazione è l’impiego di parole chiave, in grado di richiamare i concetti di ‘ad alta tecnologia’ e ‘allo stato dell’arte’, e quindi, implicitamente, “come puoi farne a meno?”. Così è successo per esempio per “intelligenza artificiale” e per “digitale”, e attualmente per “cloud”. Il rischio è che passando la moda si giunga a concludere che si stavano usando nomi nuovi per cose vecchie, senza alcuna effettiva innovazione tecnologica (o di applicazioni, o di servizi) implicata.
Un caso attuale e interessante riguarda “smart”: posto che tutto sembra stia diventando smart, dagli strumenti di misura agli elettrodomestici, cosa rimarrà delle smart-cose (magari chiamate in modo diverso) nell’arco di qualche anno?
Il nostro laboratorio di ricerca, attivo all’interno della Scuola di Ingegneria Industriale della LIUC – Università Cattaneo (Lab#ID), sviluppa da vari anni progetti per aziende e organizzazioni in genere nel campo dei sistemi di identificazione in radio-frequenza (RFId). Uno degli insegnamenti di base che ne abbiamo tratto è che la differenza importante tra un’etichetta con codice a barre e una RFId non si trova tanto nella tecnologia, quanto nella assai maggiore versatilità e flessibilità applicativa della seconda, garantita (tanto per cambiare…) dall’impiego di dispositivi elettronici. E così nelle nostre attività siamo partiti dall’identificazione ma ci siamo accorti di come fosse efficace affiancarla ad altre funzionalità, in particolare la localizzazione (RTLS) e l’acquisizione di dati dal campo (sensing). Ma si trattava pur sempre di sistemi con una esplicita connotazione industriale: non si va in giro per la strada con un reader RFId, nemmeno se handheld!
Eppure oggi un numero crescente di persone ha in tasca, e assai spesso in mano, una smart-cosa che è in effetti un reader RFId: uno smartphone con funzioni di Near Field Communication (NFC). Che uno smartphone sia molto più che un telefono è ormai un’ovvietà, ma la cosa interessante qui non sono solo le tante app disponibili, ma soprattutto i dispositivi fisici aggregati in uno smartphone: un sistema di connettività dati ad alta velocità, un sistema di geolocalizzazione, sensori vari in aggiunta a microfono e telecamera, e sistemi di connettività in prossimità, Bluetooth e ora appunto NFC. In una prospettiva sistemica, queste componenti rendono l’oggetto davvero uno “strumento di comunicazione (funzionalmente) universale”. Non pare il genere di strumento (per ora) migliore per offrire servizi che offrano nuove opportunità e risolvano problemi della vita quotidiana di ciascuno?
E’ su questa base, ben di più che solo un’intuizione dunque, che il Lab#ID ha promosso il progetto Varese SmartCity, raccogliendo intorno a una tecnologia sistemica un sistema di molteplici soggetti che, ognuno con le sue competenze e le sue finalità specifiche, si sono trovati a condividere l’obiettivo generale di contribuire a promuovere una comunità smart perché abilitata da queste tecnologie:
– istituzioni, Camera di Commercio di Varese, che per prima ha creduto in questo progetto e ha deciso di supportarlo perché strutturato nella logica dell’hub, aperto a tutti gli operatori e ai fornitori di servizi, ma anche Comune e Provincia di Varese, che lo patrocinano,
– associazioni di categoria, che hanno generato il volano necessario al coinvolgimento delle attuali circa 100 attività commerciali della città che hanno deciso di collaborare per costruire un ecosistema di servizi,
– un istituto bancario, UBI Banca – Banca Popolare di Bergamo,
– un operatore telefonico, Vodafone,
– soggetti che garantiscono la fattibilità dei servizi di pagamento, CartaSì e SIA,
oltre che naturalmente l’università, la LIUC, che attraverso il Lab#ID mette a disposizione le competenze tecnologiche e organizzative e garantisce l’imparzialità delle scelte strategiche e architetturali, in modo da offrire a tutti i soggetti interessati un contesto aperto (virtuale, ma non per questo meno reale) di interazione e di erogazione di servizi.
Nell’ambito del progetto Varese SmartCity sono già stati sperimentati quattro servizi, realizzati sfruttando la tecnologia NFC e i dispositivi Mobile: pagamento contactless, promozione delle aziende aderenti, guide turistiche, distribuzione di informazioni sugli eventi culturali organizzati dal Comune di Varese. La sperimentazione ha interessato soprattutto le zone del Centro Storico di Varese e del Sacro Monte.
Il servizio di pagamento contactless NFC
Punto centrale del servizio di pagamento contactless è il terminale di pagamento POS (point-of-sales) NFC che, come da requisito di progetto, deve essere compatibile con le comuni carte di credito contactless (e.g. Mastercard PayPass, VISA payWave). 58 delle aziende che hanno aderito alla sperimentazione hanno dotato i propri punti vendita di tali dispositivi costituendo di fatto una delle più estese reti di accettazione di pagamenti contactless presenti in Italia.
La presenza di una rete di accettazione compatibile con i principali circuiti di pagamento internazionali è condizione necessaria per garantire l’apertura all’ingresso di altre banche e altri operatori nell’ecosistema che è stato realizzato a Varese. Infatti, i POS installati possono accettare i pagamenti da tutte le carte di credito contactless, primariamente Visa payWave e MasterCard PayPass, emesse da qualsiasi istituto di pagamento.
Il servizio di promozione degli esercenti aderenti basato sul concetto dei coupon commerciali
Nell’ambito della sperimentazione è stato realizzato un servizio di distribuzione di informazioni commerciali funzionante tramite tecnologia NFC. Gli utenti accedono alle informazioni attraverso la lettura, con telefoni NFC, di apposite vetrofanie NFC che sono state installate sulle vetrine dei punti vendita delle aziende che hanno aderito al progetto.
Le funzionalità offerte dal sistema comprendono la consultazione della lista dei negozi partecipanti alla sperimentazione e del dettaglio di ogni negozio (tipologia, insegna, descrizione, indirizzo, orari, numero di telefono, email, sito web). La geolocalizazione dei negozi e possibilità di consultare il tragitto per raggiungere il negozio tramite gli applicativi GPS del cellulare, l’acquisizione di coupon e informazioni commerciali in un borsellino virtuale con login dell’utente e utilizzo dei coupon presso i punti vendita abilitati.
Il servizio di distribuzione di informazioni turistiche
Nell’ambito della sperimentazione è stato attivato un servizio di distribuzione di informazioni di interesse turistico che sfrutta la tecnologia NFC. Attraverso questo servizio è stato possibile verificare l’applicabilità dei sistemi NFC alla realizzazione di guide turistiche interattive. Lab#ID ha pertanto iniziato una collaborazione con l’associazione “Amici del Sacro Monte” e con l’Ufficio del Turismo che ha portato alla realizzazione di quattro smart poster NFC: tre installati presso il borgo del Sacro Monte di Varese e uno installato presso lo IAT.
In particolare, le funzionalità offerte dal sistema riguardano il download della mappa del borgo del Sacro Monte di Varese contenente l’itinerario per la visita alle Cappelle, la consultazione di informazioni rilevanti durante la visita del Sacro Monte di Varese, l’accesso agli orari dello IAT, alle guide turistiche disponibili sul sito http://www.varesecittagiardino.it e al servizio di promozione degli esercenti aderenti.
Il sistema di distribuzione di informazioni sugli eventi culturali organizzati dal Comune di Varese
Lab#ID ha collaborato con l’Assessorato alla Cultura e all’Informatica del Comune di Varese per realizzare un servizio di distribuzione delle informazioni basato sui sistemi NFC.
Nella seconda fase del progetto, attualmente in corso, si sta lavorando, sempre con il supporto della Camera di Commercio di Varese, al consolidamento dei servizi già sperimentati, all’estensione territoriale su altre aree della provincia di Varese, al rilascio di nuovi servizi interconnessi, ad esempio legati ai trasporti (ticketing), ai parcheggi, e all’incremento dei punti di accesso cittadini.
Le potenziali ricadute economiche e sociali di un progetto di questo genere sono notevoli, e dipenderanno in larga misura da quanto “effetto rete” riusciremo a indurre nel sistema. La criticità principale da affrontare non è infatti negli elementi tecnologici, che sono più o meno già disponibili, ma nella loro integrazione. Siamo ben consapevoli che una possibile, e non improbabile, situazione è quella di un soggetto forte che impone il suo modello (e con esso i suoi prodotti e il suo controllo sul mercato) e dunque genera l’integrazione con un processo top-down. La nostra prospettiva è inversa: riteniamo che l’università debba svolgere un ruolo di attivatore di relazioni sociali e (perché no?) economiche, e nel progetto Varese SmartCity lavoriamo perché l’integrazione sia il risultato di un processo bottom-up condiviso da tutti i soggetti interessati. Dal nostro punto di vista, il progetto è tutt’altro che una proof of concept. Il suo successo si valuterà non dalla constatazione che “si può fare” ma dal quanto si è effettivamente realizzato e dall’utilità dei servizi attivati a favore della comunità.
Lab#ID
Il Lab#ID della LIUC – Università Cattaneo è un laboratorio per il trasferimento tecnologico sui sistemi RFId (Radio Frequency Identification) nato nel 2007 grazie al contributo della Camera di Commercio di Varese e della Regione Lombardia e con la collaborazione dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese.
Il laboratorio opera come centro di competenza super partes e no profit all’interno di una rete dinamica di soggetti diversi (oltre alle aziende utenti, aziende fornitrici di sistemi RFId, professionisti e studenti) nei confronti dei quali si propone in un ruolo di facilitatore in una logica demand-pull. Sin dall’inizio della sua attività, il Lab#ID affianca alla ricerca anche una intensa attività progettuale – ha infatti supportato oltre cinquanta organizzazioni private e pubbliche in progetti di introduzione dei sistemi RFId, soprattutto studi di fattibilità –, divulgativa e convegnistica.
Dal 2010 il laboratorio è impegnato anche in attività di ricerca e progettuali nell’ambito della NFC (Near Field Communication) che è alla base della Card multiservizi adottata in LIUC (vincitrice del bando Lombardia più Semplice – Buone pratiche) e dell’ecosistema Varese SmartCity.
Dal 2009 è registrato in QuESTIO, il repertorio dei Centro di Ricerca e Trasferimento Tecnologico della Regione Lombardia, e può quindi fornire servizi anche nell’ambito dei bandi e dei finanziamenti regionali lombardi.
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