Survey IBAN 2021

Business angel in Italia: i dati di mercato, i profili di investitori e investitrici

I BA italiani hanno investito nel 2021 circa 935 milioni di euro, a fronte dei 402 milioni del 2020. In autonomia, fanno meglio anche dei colleghi francesi, che hanno un mercato sei volte più grande: tutti i dettagli del Survey Iban 2021

Pubblicato il 22 Lug 2022

Paolo Anselmo

Presidente Iban

business angel

I Business Angel italiani sono ormai attori consolidati del panorama economico e le loro risorse sono fondamentali per lo sviluppo delle startup del nostro Paese. Ulteriore conferma di questi dati arriva dalla Survey IBAN 2021, annuale analisi del mercato italiano dell’informal venture capital o angel investing, condotta con la supervisione scientifica del professor Vincenzo Capizzi dell’Università del Piemonte Orientale e della SDA Bocconi.

Nel 2021, infatti, i BA italiani hanno partecipato – in autonomia, in syndication con i fondi di VC e attraverso campagne di equity crowdfunding – a operazioni di investimento per un totale di 935,8 milioni di euro, importo più che raddoppiato rispetto ai 402,5 milioni del 2020.

La diversity rende: con la founder donna il Roi è più alto del 35%

Gli investimenti in autonomia dei business angel italiani

Gli Angel italiani però sanno anche essere importanti quando investono in autonomia: sono quasi raddoppiate le risorse investite nelle startup italiane, con 91 mln di euro rispetto ai 51 mln di euro del 2020. I dati evidenziano che anche l’investimento medio dei business angel per ogni operazione in autonomia è quasi raddoppiato. Cifre che in apparenza possono sembrare marginali, ma che se vengono rapportate a quello che accade in altri mercati europei restituiscono con chiarezza un quadro in cui le attività italiane sono di rilievo.

Per esempio, in Francia nel 2021 i BA in autonomia hanno investito circa 70 mln di euro, mentre in Italia questa cifra è stata di ben 21 milioni di euro superiore. Investimenti effettuati senza il supporto dei fondi, in un mercato, come quello francese del venture capital, che è circa sei volte superiore a quello italiano per cifre investite nelle startup.

Più di una donna business angel su 3 investe in imprese create da altre donne

Dopo alcuni anni di percentuali sostanzialmente ferme, riprende a muoversi, per fortuna verso l’alto, il numero relativo al dato sulle business angel donne. La Survey IBAN 2021 infatti ha registrato una percentuale del 14%, in aumento rispetto all’11% del 2020.

Altro dato da sottolineare è quello che vede le donne angel aiutare e sostenere imprese al femminile: oltre 1/3 delle Business Angels donna ha infatti realizzato almeno un investimento in aziende fondate da donne, espressione della cosiddetta “sorellanza”. Il profilo della business angel racconta di una donna con un’età media di 63 anni, in possesso di una laurea magistrale (78%) e generalmente con un passato da libero professionista (57%).

Oltre la metà degli importi investiti in ogni società è superiore a 500mila euro

Il 72% delle operazioni monitorate dalla Survey IBAN sono avvenute in syndication, confermando come il trend osservato anche negli anni precedenti sia una caratteristica strutturale del “business model” tipicamente adottato dagli angel.

I business angel si uniscono in cordate per aumentare l’apporto finanziario complessivo, ridurre i costi individuali di transazione e ridurre il rischio unitario in caso di insuccesso dell’operazione.

Più della metà degli importi investiti per ogni società target è superiore a 500mila euro (rispetto al 20% del 2020), con il 15% degli investimenti che vanno oltre i 2 milioni di euro e la maggior parte degli investimenti (42%) di taglio tra i 500mila e i 2 milioni di euro.

La metà del campione dichiara di voler mantenere costante nei prossimi anni la propria quota di patrimonio dedicata all’investimento in startup (39% nel 2020). Startup che restano i target privilegiati dagli investitori per le loro operazioni rispetto agli investimenti Seed, con i valori che rispettivamente si attestano al 59% e al 41%, sostanzialmente stabili rispetto a quanto evidenziato dai dati del 2020.

Il disinvestimento continua ad essere un fenomeno raro tra i business angel. Nel 2021 solo il 6% del campione ha dichiarato di aver effettuato almeno un disinvestimento (9% nel 2020), verificatosi in media 5 anni dopo l’investimento iniziale.

Crowdfunding: continua l’espansione del mercato con 32,5 milioni investiti

Se nel 2019 le operazioni dei business angel attraverso il crowdfunding ammontavano a 1,3 milioni di euro complessivamente stanziati attraverso 27 operazioni, il 2020 evidenziava una fortissima espansione di questo settore con 26,5 milioni di euro investiti per un totale di 101 operazioni effettuate.

Grazie al supporto dell’Osservatorio Crowdinvesting coordinato dal prof. Giancarlo Giudici (Politecnico di Milano), la Survey IBAN 2021 illustra il numero e l’ammontare degli investimenti che i soli business angel hanno effettuato attraverso piattaforme di Crowdfunding considerando utenti che hanno investito almeno 5mila euro in un solo investimento o un minimo di 1.000 in tre.

Il 2021 da questo punto di vista consolida ed espande ulteriormente il canale del crowdfunding come mezzo per il finanziamento di startup da parte dei business angel, con 32,5 milioni di euro investiti in 124 operazioni.

Il 55% delle imprese totali finanziate da soli business angel nel 2021 sono state supportate attraverso piattaforme di crowdfunding, a evidenza dell’attrattività del mezzo come canale di ricerca delle possibilità di investimento e come tecnica di sindacazione per gli investimenti.

Il ruolo dei fattori ESG e di impact investing nelle scelte di investimento

Per la prima volta nel 2021 la Survey IBAN ha anche approfondito il tema, sempre più attuale, dell’importanza nella decisione di investimento dei fattori ESG e/o di impact investing.

I risultati dell’analisi confermano il peso sempre maggiori di questi elementi. Infatti, il 65% degli investitori applica criteri di valutazione ESG e/o di impact investing nel valutare le opportunità di investimento e il 46% del campione approfondisce il livello di attenzione ed interesse del team di founder a questi temi già dai primi incontri di persona. Infine, il 36% del campione dichiara una importanza cruciale di questi temi.

Anche nel 2021 gli investimenti in ICT guidano la classifica

Il settore di maggiore interesse per i business angel si conferma essere quello dell’ICT su cui si focalizzano il 36% degli investimenti effettuati (valore pressoché invariato rispetto al 30% del 2020 e 35% del 2019).

All’interno di questo gruppo di operazioni permane, rispetto al 2020, l’alto numero di startup che propongono servizi tecnologici rivolti alle imprese (Enterprise Technologies, 63% delle operazioni ICT), un cambio di tendenza rispetto agli anni precedenti in cui la maggior parte degli investimenti nel settore riguardava servizi rivolti ai privati.

Seguono il settore alimentare (12%), con una forte componente Foodtech, Healthcare (10%), confermando il forte interesse degli investitori nell’ultimo triennio verso le startup nel contesto della sanità, e altri servizi (10%).

Chi sono i business angel uomini in Italia nel 2021

Per quanto riguarda infine la componente maschile dei business angel censita dalla Survey IBAN 2021, si tratta in media di un uomo sopra i 50 anni, con un livello di istruzione alto o molto alto, affiliato a IBAN, ad uno dei BAN territoriali o ad un Club d’investitori e che risiede nel Nord Italia.

Ha un passato professionale soprattutto in ruoli dirigenziali ed attualmente svolge prevalentemente l’attività di business angel (42%) o imprenditore (31%).

In media ha a sua disposizione un patrimonio tra 1 e 2 milioni di euro, di cui circa tra il 10% e il 15% dedicato ad operazioni di angel investing (valore lievemente aumentato rispetto al 2020), per un portfolio di circa 8 aziende (valore aumentato rispetto al 2020).

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