La scheda

Competenze digitali: cosa sono e quali sono le più richieste dalle aziende

Hard e soft skill, quali sono le competenze digitali necessarie per mantenersi competitivi sul mercato del lavoro: approfondiamo il tema, di prioritaria importanza per le aziende, individuando quali sono i sostegni previsti dal Governo per questo ambito e cosa devono fare lavoratori e imprese

Pubblicato il 25 Lug 2023

Le competenze digitali più richieste nel 2023

Un aspetto prioritario da considerare per lavoratori e aziende sono le competenze digitali: ma quali sono le più richieste dal mercato e quale sostegno può arrivare dallo Stato? Bisogna in primis evidenziare che già nel 2020, uno studio firmato dal World Economic Forum calcolava che entro il 2030 ben 9 lavori su 10 – comprese posizioni nella green economy – avrebbero richiesto competenze digitali avanzate. Badate bene: avanzate. Salire di livello sarà necessario se si vorrà rimanere competitivi e crescere ancora.

Un approccio, questo, che riguarda non solo le aziende ma anche il lavoratore stesso. Certo, il processo potrebbe non essere omogeneo, tenendo presente che il settore privato in genere accoglie questi input un po’ prima di quello pubblico, anche se quest’ultimo mostra tutta l’intenzione di recuperare terreno. Una cosa è certa: il cambiamento è ormai avviato. E, soprattutto, non si torna indietro.

Cosa sono le competenze digitali

Ci sono tante definizioni ufficiali. Una delle più autorevoli è certamente quella del parlamento europeo e del consiglio UE che definisce competenza digitale:

il saper utilizzare con dimestichezza e spirito critico le tecnologie della società dell’informazione (TSI) per il lavoro, il tempo libero e la comunicazione. Essa è supportata da abilità di base nelle TIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione): l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet.

Una raccomandazione formulata il 18 dicembre 2006, che resiste dignitosamente all’usura del tempo e allo sviluppo della tecnologia grazie a un buon grado di genericità.

Quali sono le competenze digitali

Una competenza digitale necessaria richiesta da molte aziende è la conoscenza del marketing digitale, che comprende abilità quali SEO, pubblicità pay-per-click e gestione dei social media. Un’altra competenza cruciale richiesta dalle aziende sono le competenze di sviluppo software  o la progettazione di siti web, l’analisi dei dati e la creazione di app. Infine, le competenze digitali più ricercate possono includere capacità come l’utilizzo della piattaforma cloud e conoscenze sulle pratiche di sicurezza informatica online per proteggere i dati aziendali.

In buona sostanza possiamo dividere le competenze digitali in tre categorie (si, ma ancora per quanto tempo?), sempre in relazione alla profondità delle conoscenze tecnologiche richieste:

Competenze digitali di base

Sono di fatto i fondamenti dell’alfabetizzazione digitale. Riguardano la capacità di saper utilizzare correttamente computer, smartphone, software. E questo in qualsiasi contesto, in privato o per l’azienda per la quale si lavora.

Competenze digitali specialistiche

Si tratta sostanzialmente dei requisiti che vengono richiesti ai professionisti per tutti gli aspetti del mondo ICT. Nel dettaglio sono tratteggiati a livello europeo nell’e-CF European e-Competence Framework 3.0, un documento che viene accettato anche nel nostro paese.

Competenze digitali di e-leadership (o e-business)

Come spiega l’Agenzia per l’Italia digitale sul suo sito, le competenze digitali sono le capacità di utilizzare al meglio le tecnologie digitali all’interno di qualsiasi tipo di organizzazione e di introdurre innovazione digitale nello specifico settore di mercato in cui si opera.  L’e-leader  – secondo la definizione che ne fa l’AgID – è in grado di sfruttare le tecnologie digitali per definire e concretizzare progetti di innovazione digitale.

Le aree delle competenze digitali secondo il governo italiano

Il governo italiano ha definito un Piano Operativo per la Strategia Nazionale delle Competenze Digitali con l’obiettivo di chiudere il gap digitale con Paesi europei più avanzati come Germania, Francia e Spagna entro il 2025.

Gli obiettivi previsti sono: raggiungere il 70% di popolazione con competenze digitali almeno base, duplicare la popolazione in possesso di competenze digitali avanzate, triplicare il numero dei laureati in ICT (dimezzando anche il divario di genere), quadruplicare quelli di sesso femminile, duplicare la quota di imprese che utilizzano i big data, incrementare del 50% la quota di PMI che utilizzano specialisti ICT, aumentare di cinque volte la quota di popolazione che utilizza servizi digitali pubblici e portare a livelli europei l’utilizzo internet nelle fasce meno giovani. Il modello prevede un sistema costante di monitoraggio annuale per misurarne l’impatto sugli assi di intervento.

La situazione: a che punto è l’Italia con le competenze digitali

Cresce l’Italia, cresce. Anche se ha ancora tanta strada da fare. Soprattutto quando guardiamo a quello che accade nelle altre realtà europee: nel nostro paese – secondo dati dell’Osservatorio delle competenze digitali – circa la metà degli abitanti non ha ancora sviluppato le competenze digitali necessarie.

Il piano operativo per lo sviluppo competenze digitali

Proprio per accelerare questo cambiamento di rotta si è mosso il governo che ha messo a punto il Piano operativo per la strategia nazionale per le competenze digitali. Obiettivo: formare figure sempre più professionali e adeguate ai mutati fabbisogni nella Pubblica amministrazione.

Competenze digitali, il nuovo Piano operativo per la ripresa italiana: azioni e prossimi step

I traguardi che i legislatori si sono proposto di raggiungere entro il 2025 sono ambiziosi ma tutto sommato realizzabili. Tra questi – si legge sul sito del Ministero dell’Innovazione tecnologica e transizione digitale:

  • Dare al 70% della popolazione almeno le competenze digitali di base e colmare il divario di genere;
  • Raddoppiare il numero di persone con competenze digitali avanzate;
  • Triplicare i laureati in ICT e in questo ambito quadruplicare le laureate;
  • Fa crescere del 50 per cento la quota di PMI che utilizzano specialisti ICT;
  • Portare i servizi digitali della pubblica amministrazione al 64%, e avvicinando all’utilizzo di  Internet i meno giovani.

Quali sono le competenze digitali più richieste dalle aziende

C’era da aspettarselo: nella classifica dei profili professionali più ricercati ad aprile-maggio 2022 in Italia (Assolavoro), l’80 per cento sono di natura esclusivamente digitale.

Le uniche figure diciamo così nativamente analogiche presenti nella graduatoria – architetto, ingegnere edile, consulente legale, esperto contabile e commercialista – sono professioni che adesso vantano una dimensione digitale molto pronunciata, in qualche caso preponderante.

Competenze digitali, ecco quali sono le più apprezzate dalle aziende

Coding, sviluppo web e app

E’ tutto quello che si trova “dentro” il mondo digitale, ciò che non si vede. In un settore dove la competizione è intensa, possedere un curriculum da programmatore è un volano eccezionale per puntare in alto. Lo cercano le aziende, la cercano le istituzioni. Lo cercano tutti ormai. Non solo: con lo sviluppo di nuove tecnologiche come realtà aumentata e realtà virtuale un posto in prima fila è assicurato per chi sa programmare software.

Saper comunicare, saper scrivere

E’ un’altra competenza digitale molto richiesta, naturalmente. L’approccio giornalistico alla comunicazione – nel proprio lavoro, nella propria ricerca o in un prodotto da vendere – è diventato sempre più importante fino ad essere decisivo. Se sappiamo scrivere con efficacia ma anche con gusto e, soprattutto, correttezza, abbiamo una carta in più. Anche perché chi scrive per il web deve tendenzialmente seguire le regole del SEO (acronimo di Search Engine Optimization), ovvero scrivere per avere una buona visibilità del nostro testo nei motori di ricerca con tutto ciò che di positivo porta con sé.

Analista di Big Data

Una sorta alchimista che sa leggere, analizzare e interpretare la moltitudine dei dati raccolti sul web da un’azienda. Insomma in grado di dar loro un senso compiuto. E questo in chiave mercato è assai importante. Sapere quali sono i dati inutili al nostro obiettivo e quelli che invece ci donano vantaggi. È un lavoro di analisi statistica avendo a disposizione sempre più dati da analizzare. Non a caso i cosiddetti Data Scientist sono richiestissimi, al punto che la domanda è molto più alta dell’attuale offerta. È la “Scienza dei dati”.

Social Media Management

Il mondo delle pubbliche relazioni è cambiato per sempre con l’avvento dei social media. L’intermediazione si alleggerisce e così le varie piattaforme riescono a portare le aziende direttamente ai consumatori. Far parte delle persone che sono in grado di gestire al meglio questi processi significa essere in prima linea nella comunicazione aziendale.

Decision Making

Il mondo digitale chiede decisioni veloci, mirate, creative ed efficaci, ma sempre con una visione d’assieme che l’intelligenza artificiale al momento non riesce a dare. Quindi servono gli individui che abbiano queste attitudini. Problem-solving person in grado di raccogliere le nuove sfide e rilanciare con la forza d’animo del capitano di una nave nel mare in tempesta. Non è cosa da poco.

Digital Business Analysis

Una skill analoga, in un certo senso, è quella del Digital Business Analysis. Ovvero la persona che nell’ambito di un’azienda mette a disposizione la sua capacità di analisi per scegliere un percorso di sviluppo invece di un altro e indirizzando quindi gli investimenti al meglio. E anche valutare la crescita in seguita a queste scelte. Sono anche loro la guida per la trasformazione di un’azienda da analogica a digitale.

Digital Design and Data Visualization

Possiamo definirlo il “mago” dell’interfaccia utente, ovvero il voto dei siti web, la grafica delle applicazioni e dei servizi digitali con cui interagiamo quotidianamente. Dalle regole messe in fila dal danese Jacob Nielsen nel suo saggio “Web Usability” ne è passata di acqua sotto i ponti. Ma i concetti base per un web designer rimangono sostanzialmente sempre gli stessi: semplicità e usabilità. Il Data Visualization è una sorta di web designer dedicato per i dirigenti di un’azienda: il suo lavoro è quello di visualizzare i dati più importanti per loro.

Digital Project Management

In seno a un’azienda (non necessariamente tech) è lo specialista che si occupa di un prodotto digitale dal suo concepimento sino allo sbarco sul mercato. Insomma, una persona che riesca a mantenere sul progetto uno sguardo d’assieme. Decisivo.

Digital Marketing

Un prodotto si pensa, si crea e poi si deve vendere. E la promozione diventa il passaggio chiave. In un certo senso chi si occupa di digital marketing è una persona che racchiude in sé molte competenze digitali di cui abbiamo appena parlato: deve ovviamente conoscere le regole base del suo settore, ma anche quelle dei social media, saper analizzare i dati di vendita e le proiezioni, conoscere il linguaggio SEO e avere elementi di progettazione di esperienza utente. Indispensabile.

Le aree tematiche delle competenze digitali nella PA

Si chiama Syllabus competenze digitali per la PA ed è il documento realizzato dall’Ufficio per l’innovazione e la digitalizzazione del Dipartimento della funzione pubblica, che mette nero su bianco quali sono le minime conoscenze e abilità di base che tutti i i dipendenti pubblici devono avere in campo digitale.

Dati, Informazioni e Documenti Informatici

Il dipendente pubblico deve saper padroneggiare le tecnologie digitali: trovare informazioni sul web e saper utilizzare i software necessaria per l’amministrazione per la quale si lavora. Saper gestire , conservare e trasmettere i documenti prodotti in digitale.

Comunicazione e Condivisione

Tra gli strumenti di comunicazione sono decisivi quelli di comunicazione e condivisione dei documenti digitali. E qui, oltre alla posta elettronica, entrano in campo l’intranet aziendale, il sapersi muovere con le cartelle condivise in rete, saper utilizzare correttamente i sistemi di video conferenza e le varie applicazioni di instant messaging. Senza dimenticare i social media, sempre più strumento con il quale la pubblica amministrazione dialoga con i cittadini.

Sicurezza

L’obiettivo è garantire la protezione dei sistemi informatici e dei dati in essi contenuti. Per questo il dipendente pubblico deve averne contezza, conoscere le regole che vanno rispettate se si vogliono evitare usi illeciti nel divulgare, modificare e distribuire dati e informazioni. Non solo: conoscere bene le minacce alle quali può esporsi mentre gestisce questo flusso di dati che spesso riguardano da vicino i cittadini.

Servizi Online

Il dipendente pubblico deve conoscere in tutti i suoi aspetti i servizi on-line, e le piattaforme con cui questi interagiscono con i cittadini e le imprese. Per garantire loro la massima facilità di accesso alla pubblica amministrazione.

Trasformazione Digitale

Siccome al dipendente viene chiesta consapevolezza di questo processo, è indispensabile che il dipendente pubblico che si trova a gestire questi processi e servizi abbia la “cultura digitale” necessaria per farlo.

Soft skills e hard skills anche nel digitale

Che cosa sono le digital hard skills

Sono le competenze digitali che facciamo (o dovremmo fare) nostre a scuola, all’università, nei vari master di specializzazione. Insomma, competenze tecniche che restano scritte a vita scritte su attestati e certificazioni. Nello specifico, si richiede spesso la capacità di programmare software (e quindi la conoscenza di un maggior numero di linguaggi informatici).

Che cosa sono le digital soft skills

Qui si parla di abilità cosiddette trasversali. Tra nozioni e personalità. La persona che le incarna è quella che prima di tutto sa relazionarsi al meglio in un ambiente di lavoro. Non solo: essere capace di affrontare e risolvere problemi complessi, avere istinto di collaborazione, attitudine al lavoro d’équipe e naturalmente saper comunicare.

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