Leggo alcune critiche sul regolamento del crowdfunding, ma volevo ricordare che stiamo entrando in un territorio nuovo. Con certi rischi, che Consob ha voluto minimizzare.
Il crowdfunding in Italia riguarda solo le startup innovative. Un ambito dove c’è un alto tasso di mortalità. Si offre a un pubblico indistinto che non ha necessariamente competenze tecniche, per finanziare aziende senza una storia…di conseguenza il regolatore- Consob- ha deciso che il 5 per cento della campagna venga sottoscritta da un investitore nazionale. Serve a garanzia, a tutela del risparmiatore. Ci saranno startup che falliranno e il rischio è che la gente perda soldi senza una buona regolamentazione.
Ciò detto si può discutere se il 5 per cento sia poco o molto, se una grande banca ha o no le competenze interne per valutare l’investimento in una startup, ma trovo buono questo vincolo del 5 per cento. Io l’avrei persino messo più alto. Altri esperti pensano invece che sia meglio usare il modello crowd puro, la folla per valutare la bontà dell’investimento… Forse, ma apprezzo che Consob abbia voluto tutelare il risparmiatore. Anche perché se ci dovessero essere tanti risparmiatori delusi, il crowdfunding andrà ben presto a monte in Italia. Ricordiamo anche che siamo il primo Paese ad abilitare il crowdfunding equity based- gli Stati Uniti lo faranno nel 2014. E’ giusta la prudenza.