L'analisi

Dettori, startup: “Crowdfunding importante, ma Pmi dimenticate”

E’ la vera novità del decreto per portare risorse fresche allo sviluppo, secondo l’esperto di venture capital. Peccato che l’Italia non segua l’esempio americano nel sostenere le Pmi

Pubblicato il 29 Ott 2012

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Il capitolo più importante del provvedimento sullo Sviluppo riguarda il crowdfunding. La legalizzazione di questo strumento è il principale elemento di novità ed è inoltre l’unico provvedimento in grado di apportare risorse fresche allo sviluppo. Negli Stati Uniti, questo è un cardine del JOBS Act di Obama, il provvedimento con cui il Presidente Americano intende affrontare il tema dello sviluppo creando nuovi posti di lavoro. Una volta convertito il decreto, la Consob dovrà varare la regolamentazione e definire i requisiti per consentire alle aziende di finanziarsi direttamente online attraverso i social media. Ma la possibilità di raccogliere capitali online sarà limitata alle startup, secondo la definizione del provvedimento stesso.

La prima cosa che colpisce è che le piccole e medie imprese siano escluse da questa possibilità. Ne discutevo a pranzo con Jason Best a New York recentemente. Io come lui sono su Kiva da diversi anni. Ho finanziato con il microcredito online 15 piccole aziende. Un negozio di vestiti in Perù e uno in Nicaragua. Un salone di parruccheria in Tanzania, un negozio il Bolivia e un punto vendita di beni sportivi negli USA. Ho anche finanziato un negozio di frutta e verdura in Kyrgyzstan per fare alcuni esempi. In America il JOBS Act è principalmente indirizzato alle piccole imprese, le cosiddette PMI. Perché questa limitazione? Perché posso finanziare con microcredito online un ristorante in Rwanda e non posso finanziare la trattoria napoletana, sotto casa da cui vado spesso a cena di cui apprezzo il cibo, la simpatia e prezzi onesti?

Perchè non estendere il crowdfunding anche alle PMI? Anch’esse startup ma diciamo così “non innovative”? Perchè se due ragazzi vogliono aprire un ristorante, non posso finanziarli online come per le startup? Investire in startup è sicuramente necessario, ma sono aziende più rischiose di una PMI (che so, un negozio, un hotel, un nuovo servizio ad esempio). Anzi a dire la verità il JOBS Act è stato principalmente pensato per queste, visto che in America esiste già un ricco tessuto di investitori per le startup innovative. In questo caso ci si aspetta che le comunità locali finanzieranno il piccolo business locale. Un contesto tra l’altro in cui probabilmente sono gli stessi clienti a finanziare i piccoli imprenditori. Clienti che probabilemte usano e sono contenti del servizio che ricevono e magari conoscono direttamente i titolari.

Inoltre ci sono degli aspetti tecnici che potrebbero essere migliorati. La combinanzione di un ‘holding period’ delle azioni acquistate online di due anni (in America è di uno), con il fatto che non si potrà distibuire i profitti, rendono molto meno attrattiva questa categoria di investimento. Che invece è comunque un investimento produttivo, che stimola positivamente l’economia.

(Dettori proseguirà l’analisi del decreto Crescita 2.0 in altri interventi, previsti nelle prossime settimane)

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