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Equity crowdfunding e angel investing: ecco perché collaborare conviene a tutti



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Uno strumento digitale per finanziarsi, da una parte, e persone fisiche che dispongono di capitali da investire, dall’altra: due mondi che possono sembrare distanti ma che incontrandosi possono dare luogo a un circolo virtuoso. Anche i numeri confermano la tendenza: nel 2022 i business angel hanno investito quasi 59 milioni di euro attraverso il crowdfunding

Pubblicato il 7 ago 2023

Paolo Anselmo

Presidente Iban

Chiara Carzaniga

Senior Project Manager Innexta



business angel_startup

Secondo i dati dell’Osservatorio sul crowdinvesting del Politecnico di Milano pubblicati nel mese di luglio, l’equity crowdfunding ha fatto registrare nell’ultimo anno, per i progetti non immobiliari, una raccolta di 86,64 milioni di euro arrivando ad un totale di 87 campagne chiuse con successo nei primi sei mesi del 2023. È un mercato che potrà avere un importante sviluppo a seguito dell’entrata in vigore, il prossimo novembre, del Regolamento Europeo 2020/1503 introdotto con l’obiettivo di armonizzare le regole di comportamento a livello comunitario, incoraggiare gli investimenti e rafforzare la fiducia degli investitori.

Business Angels e campagne di equity crowdfunding: un circolo virtuoso

Le imprese che pubblicano una campagna di equity crowdfunding si rivolgono sia a investitori professionali che a investitori retail e il business angel ha sicuramente le caratteristiche ricercate dall’impresa in fase di funding e rappresenta una figura ideale da portare “a bordo” della società. I business angel infatti non si limitano ad apportare capitale nelle imprese in cui investono, ma a fronte dell’acquisto di quote a cui sono associati determinati poteri che si vanno ad aggiungere ai diritti patrimoniali possono apportare le proprie conoscenze e competenze nonché mettere a disposizione i propri contatti utili allo sviluppo del business. La campagna, inoltre, può trarre beneficio dagli investimenti effettuati dai business angel poiché il loro contributo incrementa le probabilità di raggiungere il target minimo di raccolta e chiudere la campagna con successo, garantendo la presenza della quota minima di investitori professionali prevista dalla normativa a tutela degli investitori retail, ad oggi fissata al 5%.

D’altro canto, anche per lo stesso business angel può essere un vantaggio aderire ad una campagna di equity crowdfunding: in primis, grazie alla trasparenza garantita dai portali o da altri strumenti vetrina – quali ad esempio il Crowdinvesting Hub – il business angel può acquisire facilmente informazioni sul project owner; in secondo luogo, l’investimento in una campagna di crowdfunding può permettere al business angel, nel caso di campagne che abbiano già raccolto la validazione del mercato, di ridurre il rischio unitario in caso di insuccesso dell’operazione e, anche in virtù dell’eventuale adesione del project owner al regime alternativo di intestazione delle quote, di ridurre i costi individuali di transazione. A conferma del circolo virtuoso che lega questi due mondi molti business angel sono registrati ai principali portali che operano in Italia anche al fine di restare aggiornati e poter cogliere eventuali opportunità di investimento.

Osservando i dati più recenti a disposizione, i business angel nel 2022 hanno continuato ad aumentare le somme investite attraverso il crowdfunding: gli ultimi dati raccolti dal Politecnico di Milano ed elaborati da IBAN raccontano di una cifra che sfiora i 59 milioni di euro, con un aumento dell’80% rispetto al 2021 quando la cifra complessiva impegnata era stata di 32,5 milioni di euro. Aumenta di molto anche l’investimento medio di sottoscrizione dei BA a ciascuna campagna che quasi triplica passando dai 9mila euro del 2021 ai 24mila rilevati per il 2022. Da sottolineare anche che il 62% delle imprese totali finanziate da soli business angel nel 2022, quasi 2 su 3, sono state supportate proprio attraverso piattaforme di crowdfunding, percentuale anche questa in crescita rispetto al 55% del 2021.

Una collaborazione attiva: l’accordo IBAN-Innexta

Il forte legame che unisce crowdfunding e business angel trova le fondamenta nell’accordo che Innexta – società del sistema camerale italiano – ha siglato con IBAN per la realizzazione di iniziative congiunte finalizzate a supportare le strategie di crescita delle imprese italiane e favorire la diffusione di nuove ed efficienti forme di finanziamento complementari al credito legate, in particolare, al crowdfunding. 

È proprio nell’ambito di tale accordo che lo scorso 5 luglio si è tenuta l’iniziativa “Crowdfunding ed angel investing: capitali di rischio per sostenere le PMI” che ha visto, presso Palazzo Giureconsulti a Milano, la partecipazione di imprese e investitori. Durante l’incontro Innexta ha avuto l’occasione di presentare il nuovo portale di equity crowdfunding “Finnexta”, un progetto nato con l’obiettivo di contribuire alla diffusione del Fintech ponendosi al di sopra delle logiche strettamente concorrenziali e mettendo a sistema gli expertises che i diversi attori istituzionali e di mercato hanno maturato nei processi di scouting, di reclutamento e di accompagnamento delle imprese.

Ed è in questa logica che si inserisce la collaborazione tra IBAN e il portale Finnexta: grazie ad un reciproco e costante confronto vi è la possibilità per entrambe le parti di entrare in contatto con imprese target che abbiano, in taluni casi, superato già un primo processo di due diligence e raggiunto un primo livello di pre-commitment, offendo nuove opportunità di investimento al proprio network. Inoltre, l’accordo rappresenta un’opportunità per garantire la piena visibilità dei progetti che sono stati pre-selezionati tramite un processo di onboarding altamente selettivo che prende in considerazione diversi criteri che vanno ad analizzare il business plan e i principali indicatori finanziari, ma anche la value proposition dell’impresa.


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