Nel 2023, l’attenzione per le exit nel settore tecnologico europeo si è concentrata sulle operazioni di M&A, poiché i mercati azionari sono rimasti poco favorevoli per le nuove quotazioni.
M&A di startup in Europa: i volumi e i valori delle operazioni
Il mercato delle fusioni e acquisizioni ha mostrato un livello di attività costante, anche se i volumi e i valori delle operazioni sono stati ben lontani dai picchi del 2020 e 2021, secondo il rapporto “State of European Tech” di Atomico. Durante l’anno, si sono verificate solo cinque acquisizioni da miliardi di dollari, nessuna delle quali ha coinvolto aziende supportate da venture capital.
Le differenze tra i mercati Ue e Usa
Questo riflette una differenza strutturale tra il mercato europeo e quello statunitense: l’assenza di giganti tecnologici che possano generare continuamente exit di alto profilo per le startup e immettere capitali freschi nell’ecosistema. Negli Stati Uniti, le grandi aziende tecnologiche come Google, Microsoft, Meta, Apple, Amazon, Oracle etc. sono attori chiave del mercato M&A, acquisendo regolarmente startup a multipli importanti, alimentando un ecosistema dinamico e favorendo il flusso di liquidità verso le nuove imprese, innescando un circolo virtuoso.
Gli Stati Uniti: un ecosistema alimentato dalle big tech
Negli Stati Uniti, le operazioni di M&A nel settore tecnologico sono guidate dai giganti del settore. Queste aziende hanno la capacità di spendere miliardi per acquisire startup innovative e portare a bordo interi team di sviluppatori e talenti. Operazioni come quelle di Microsoft, che acquisisce startup di AI per rafforzare le proprie capacità attraverso accordi di licenza e acquisizioni parziali, sono esempi di come le big tech integrino le startup per accelerare l’innovazione senza necessariamente acquisirle completamente, grazie anche ad un contesto normativo più flessibile e founder friendly.
Le operazioni di exit negli Stati Uniti tendono a essere a multipli di valutazione più elevati rispetto all’Europa, poiché le grandi aziende tecnologiche sono disposte a pagare per tecnologie e talenti che possono migliorare le loro offerte di prodotto.
Questo ha alimentato un ambiente favorevole per le startup e ha permesso ai venture capital di ottenere ritorni elevati.
L’Europa: un mercato frammentato e meno dinamico
In Europa, il mercato delle M&A è meno maturo e più frammentato. Nel 2023, tra l’altro il numero di operazioni è sceso significativamente, con una riduzione del volume delle transazioni da 91 miliardi di euro nel 2022 a 60 miliardi di euro( fonte: EU-Startups). I multipli di valutazione sono anch’essi diminuiti, come evidenziato nel settore SaaS, dove si è passati da un multiplo di 5.8x nel 2022 a 4.6x nel 2023 (EU-Startups).
L’assenza di colossi tecnologici paragonabili a quelli statunitensi – ad eccezione di realtà come SAP da sempre attiva nelle attività di M&A – limita le opportunità di exit di alto profilo. Le acquisizioni in Europa sono generalmente condotte da corporate tradizionali o medie software house, che sono meno però propense a pagare i multipli tipici del mercato del venture capital. Questo ovviamente frena la crescita delle startup riducendo il flusso di liquidità nell’ecosistema rallentandone la crescita
Il ruolo del venture capital europeo e la carenza di unicorni
Uno dei fattori chiave che contribuisce a questa dinamica è la maturità limitata del settore venture capital europeo. Rispetto agli Stati Uniti, il numero di unicorni europei è significativamente inferiore, il che limita l’afflusso di capitale e le opportunità di crescita per le startup emergenti. Con meno exit di rilievo, gli investitori europei tendono a essere più cauti, il che si riflette in valutazioni più contenute e in minori possibilità per le startup di raccogliere fondi a livelli simili a quelli americani, incrementando il gap.
Le exit tramite M&A in Europa, sebbene presenti, tendono dunque a essere più piccole e frammentate. Nel 2023, alcune delle principali operazioni includono l’acquisizione di InstaDeep da parte di BioNTech per 562 milioni di sterline e quella di SimCorp da parte di Deutsche Börse per 4.1 miliardi di euro (fonte EU-Startups). Tuttavia, il numero di operazioni da miliardi di dollari è rimasto molto basso, e nessuna di queste ha coinvolto aziende supportate da venture capital.
Le exit parziali e il mercato secondario
Un altro canale in crescita per favorire le exit, soprattutto per founder, team members e angel investor, è il mercato secondario.
Sempre più piattaforme di equity crowdfunding in Europa stanno facilitando la vendita di quote in startup considerate soonicorn (startup che sono sulla strada per diventare unicorni) o in pre-IPO, si veda anche in questa casistica, chi ha fatto il percorso inverso, come l’operazione della fintech UK Freetrade, che nel 2021 ha permesso ad un migliaio di piccoli investitori retail entrati in una delle campagne di equity crowdfunding su Crowdcube, di cedere le proprie quote sul mercato secondario per un totale di oltre 5,8 milioni di sterline, che hanno reso tra l’altro 6 piccoli investitori retail milionari. Questa tendenza offre nuove opportunità di liquidità per chi investe in startup e infatti le grandi piattaforme internazionali come Republic Europe e Crowdcube stanno esplorando sempre più attivamente questi mercati secondari, offrendo agli investitori retail la possibilità di entrare in startup che potrebbero presto fare il salto. Questo sviluppo potrebbe contribuire a migliorare il flusso di liquidità nel venture capital europeo, favorendo una maggiore partecipazione e crescita del settore.
Conclusioni
Il mercato M&A per le startup ha subito una significativa contrazione in Europa tra il 2022 e il 2023, con una riduzione sia nel numero di operazioni che nei volumi di transazione. Al contrario, negli Stati Uniti, le grandi aziende tecnologiche continuano a dominare il mercato, acquisendo startup a multipli elevati per innovare e crescere rapidamente. In Europa, il mercato è più frammentato e meno maturo, con un ecosistema venture capital che non ha ancora raggiunto lo stesso livello di quello americano. Tuttavia aggregarsi tra piccole realtà regionali (nelle diverse country europee) per poi essere appetibili per il mercato americano potrebbe essere una delle strade più interessanti da percorrere, che tra l’altro già in passato ha riscosso successo.
Tuttavia la frammentazione linguistica, regolatoria e culturale rappresenta sempre un freno importante per queste fusioni. Dunque per i founder diventa importante ragionare dal giorno uno come entità europea e per i VC diventa invece fondamentale iniziare a ragionare su dinamiche di aggregazione già durante la fase di investimenti early-stage.