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L’IA accelera anche in Italia: ecco le startup più promettenti



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Dalla manifattura alla logistica, al marketing e le vendite, passando per i servizi e il customer care: una panoramica sul mercato delle startup italiane più promettenti e i fondi che hanno già investito nel mercato dell’IA

Pubblicato il 6 mag 2024

Giancarlo Vergine

Tech Entrepreneur | Crowdfunding Expert



unicorno startup
Photo by Annie Spratt on Unsplash

Dal lancio sul mercato di ChatGPT da parte di OpenAI nel novembre 2022, la crescita del mercato delle applicazioni e delle startup sull’Intelligenza Artificiale è stata impressionante. Anche il mercato italiano non è rimasto immune fortunatamente, da questo trend.

E infatti, come nel resto del mondo, sono nate e si stanno sviluppando, diverse startup abilitate o abilitanti l’intelligenza artificiale, con applicazioni che vanno dalla manifattura alla logistica, al marketing e le vendite, passando per i servizi e il customer care.

Grazie all’attuale maturità raggiunta dall’IA, grazie anche all’integrazione con altre tecnologie – come l’IoT, il Cloud Computing e la Robotica – queste realtà emergenti (e non solo), stanno trainando l’incremento del mercato, che secondo Statista, è destinato a crescere di 20 volte entro il 2030, fino a raggiungere un valore globale di oltre due trilioni di dollari.

L’esplosione del mercato delle IA in Italia

Nel Belpaese, dopo un rallentamento di mercato negli anni del Covid-19, il mercato è tornato a correre, raggiungendo il valore complessivo di 380 milioni di euro nel 2021 (dati dell’Osservatorio Artificial Intelligence della School of Management del Politecnico di Milano). Un valore raddoppiato in appena due anni, per il 76% commissionato da imprese italiane (290 milioni di euro), per il restante 24% come export di progetti (90 milioni di euro). Dati che evidenziano come anche in Italia si stia creando un ecosistema virtuoso non solo di utilizzatori, ma anche di fornitori di soluzioni e servizi basati sull’intelligenza artificiale.

L’impegno di Cdp Venture Capital per l’IA

Inoltre, a inizio aprile Cdp Venture Capital, area venture di Cassa Depositi e Prestiti, ha presentato il piano industriale 2024-28, che prevede la creazione di un fondo da un miliardo di euro, che verrà costituito entro l’estate, dedicato esclusivamente ad investimenti in intelligenza artificiale. Di cui 120 milioni verranno impiegati per il trasferimento tecnologico, 580 milioni (in ticket da 10 milioni circa) verranno destinati a startup che stanno già sviluppando applicazioni con IA, ed infine gli ulteriori 300 milioni verranno impiegati per creare il campione italiano del settore, anche se si deve ancora definire da chi sarà rappresentato.

Le startup italiane di IA più promettenti

A tal proposito è opportuno descrivere alcune delle realtà più promettenti nel settore IA italiano, alcune delle quali hanno di recente chiuso un round di fundraising, e in generale hanno avviato la propria scalata e che si stanno distinguendo a livello globale. Distribuite lungo tutto lo stivale e operanti nei più svariati campi d’applicazione troviamo. Partiamo da quelle che sono per Sifted, le italiane, fra le 150 startup europee dedicate alla generative AI, da tenere sotto controllo nei prossimi mesi: Contents.com, iGenius e WordLift.

Contents

Contents, scaleup di intelligenza artificiale generativa destinata alle corporate e alle PMI, che ha di recente raccolto 18 milioni di dollari da investitori italiani ed internazionali del calibro di Thompson Reuters, che con Contents ha fatto il suo primo investimento in Europa, e Alkemy. Una realtà che ha già avviato il processo di espansione internazionale in Europa, e che ha visto crescere i suoi ricavi fino a 10 milioni.

iGenius

iGenius scaleup nata nel 2016, ha invece sviluppato un software basato su IA, applicato alla business intelligence. Una realtà che permette ai decision maker aziendali di prendere decisioni migliori grazie all’integrazione della tecnologia con i principali sistemi aziendali.

WordLift

WordLift, startup di IA che ha ricevuto un investimento da Primo Ventures, che ha costruito una piattaforma semantica che fa ciò che farebbe un esperto SEO ottimizzando la crescita del pubblico sui siti web.

Ad cube

Continuiamo con una startup premiata tra i migliori progetti di AI dal network europeo ELISE spiccando su oltre 400 candidature: Ad cube, startup spinoff del Politecnico di Milano, che ha sviluppato una soluzione di IA applicata alla pubblicità online.

Per poi proseguire con alcune delle realtà più interessanti dell’IA made in italy, che hanno ricevuto investimenti importanti da acceleratori e VC.

Aptus.AI

Aptus.AI, che promette di rivoluzionare il sistema legale rendendolo accessibile a tutti, grazie all’utilizzo della Rag (IA generativa potenziata), ovvero una tecnologia applicata all’AI generativa che ottimizza le risposte, e che permette alla startup, attraverso il suo software (Daitomic), di trasformare qualsiasi atto giuridico in un formato machine-readable. La startup ha già raccolto capitali da VC tra cui P101.

Aindo

Aindo, che ha sviluppato una piattaforma che permette di sfruttare dati sintetici per migliorare l’addestramento dei modelli di IA. La piattaforma consente di integrare diverse sorgenti di dati e di convertirli poi in formati strutturati per l’analisi, con l’annotazione automatica degli stessi che consente di ottenere risultati migliori. La startup ha già ricevuto fondi da VC italiani tra cui United Ventures e Vertis.

Pixies

Pixies, startup romana che ha sviluppato un robot alimentato a energia solare in grado di riconoscere e raccogliere rifiuti urbani, che ha già ricevuto investimenti da LVenture (ora Zest Investments), Cdp e Key Capital.

Talentware

Talentware, startup HRTech che ha creato una piattaforma per il recruitment abilitata dalla IA, che ha già ricevuto un investimento da VC tra cui 360 Capital.

Axyon AI

Axyon AI, startup che sfrutta gli ultimi progressi nel deep learning per creare applicazioni aziendali su misura per la gestione patrimoniale e il trading. L’azienda ha ricevuto capitali da VC come The Techshop, Tech4Planet (Cdp) e Montage Ventures.

Algor Education

Algor Education, startup EdTech che ha sviluppato una piattaforma di e-learning potenziata dall’Intelligenza Artificiale, e che ha ricevuto un investimento tra gli altri di 40Jemz (ex Bonsai Ventures) e Club degli Investitori.

Investimenti recenti nel settore dell’IA in Italia

Secondo i recenti dati pubblicati dall’Osservatorio sul Venture Capital in Italia, presentato a metà aprile da Italian Tech Alliance e Growth Capital, il verticale IA continua ad essere quello con il maggior numero di round per trimestre.

Sono soprattutto i VC a cavalcare l’onda che arriva dal resto del mondo, investendo in realtà che potrebbero ambire a diventare la prossima big thing nel settore innovazione.

Tutti i principali fondi italiani di Venture Capital hanno investito in modo più o meno importante, su startup che operano nel settore IA.

I principali fondi di Venture Capital coinvolti

P101, fondo VC specializzato in round series A e series B, ha puntato su AptusAI (legaltech) e Streetbeat (fintech). D’altronde la tesi d’investimento che prevede le startup target abbiano un’impronta ESG non poteva che portare a questo tipo di scelte.

United Ventures, dopo la exit di Datrix nel 2021, ha deciso di puntare su Aindo. Essendo un fondo che investe nelle fasi più mature dell’early stage (series A e series B), al momento ha una sola realtà in portafoglio che si occupa di IA.

Primo Ventures è uno dei fondi italiani più attivi nel segmento IA avendo investito su Aiko, software company che sviluppa soluzioni IA per la space industry, attraverso Primo Space e su Wordlift, piattaforma IA che permette di ottimizzare la SEO, e ChAI, azienda software specializzata in market intelligence applicata al procurement, Competitoor specializzata in price e market intelligence per brand e retailer, Data Masters, la IA Academy per la formazione in intelligenza artificiale, machine learning e data science.

360 Capital in Italia ha investito nell’IA applicata all’HRTech, partecipando al round di Talentware.

The Techshop invece al momento ha investito, per ciò che riguarda l’IA esclusivamente su Axyon AI, quindi sul verticale dell’EdTech.

Prana Ventures ha investito nel verticale proptech/fintech dell’IA, partecipando al round seed di Ring33, startup che ha progettato una soluzione di rent-to-own che consente ai propri clienti (millenial) di accedere alla casa dei propri sogni senza anticipo e con un periodo di prova di 3 anni.

Blacksheep, il fondo madtech di Eureka Sgr, che ha investito in Nexoya che ha sviluppato una tecnologia nell’ambito dell’AdTech e in iGenius che come detto invece opera nella market intelligence.

40Jemz, il fondo early stage precedentemente denominato Bonsai, tra i più attivi negli ultimi anni nel nostro ecosistema, che ha investito in IA attraverso la partecipazione in KepleroAI nell’ambito dei chatbot e Algor Education nell’ambito dell’EdTech

Questi sono ovviamente solo una parte di tutti gli investimenti dei fondi italiani in startup di intelligenza artificiale, e ce ne sono anche altri che hanno partecipato attivamente in altri round. Tra tutti Tech4Planet di Cdp. Sarà dunque interessante osservare, anche a seguito della crescita del mercato e della qualità dei progetti, di come questo settore andrà a crescere e svilupparsi anche nel nostro paese.

Prospettive future per l’IA in Italia

Tra l’altro secondo una recente analisi di Insight View di BeBeez, che mette a confronto gli ultimi studi sul settore, relativamente all’intelligenza artificiale generativa in Europa l’80% del valore degli investimenti è dei corporate venture capital e non dei VC tradizionali. Per questo motivo ci aspettiamo che anche le corporate, e in generale le imprese tradizionali cominceranno ad investire in questo settore, sia direttamente che attraverso la partecipazione a venture builder, esempio italiano nel vertical è Foolfarm. E ovviamente ci aspettiamo anche che ci siano operazioni di M&A volte a consolidare l’offerta, sia da parte di piccole realtà che di grandi operatori che vogliono entrare nel mercato italiano (soprattutto per il B2B).

Possibili sfide e rischi per le startup di IA italiane

Unica grande sfida e rischio allo stesso tempo, rimane la possibilità non così remota di vedere le grandi tech globali come OpenAI, spazzare via progetti e startup interessanti, solo con il rilascio di qualche nuova release.

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