Marc è oggi un signore pingue e sorridente alla guida di una delle “firm” di Venture Capital di maggiore successo in Silicon Valley e dunque nel mondo. Per i residuali pionieri della prima Internet, Marc Andreesen è anche il geniale inventore del browser Mosaic, fondatore di Netscape, Ning, Loudcloud. Uno che ha fatto epoca, scuola e moltissimi soldi. Negli States è anche “the go-to person” da consultare sui temi: innovazione, leadership, startup, investimenti, strategie. Perché è uno che ha visto il futuro. Questo il suo punto di vista sul ruolo dell’innovazione nel nostro mondo “digital”:
“The output of normal companies is their product: cars, shoes, life insurance. The output of technologies companies is: innovation. Whatever they are selling today, they will be selling something different in five years. If they stop innovating, they die”.
Working Capital con i suoi tre acceleratori di startup e talenti digitali rappresenta per Telecom Italia il progetto chiave, coerente con l’Internet Age, per stimolare e valorizzare l’innovazione nel momento in cui accade. Ma anche un mezzo per cambiare il modo di pensare e concepire servizi innovativi all’interno dell’Azienda. A tendere, un nuovo fattore di produzione. Che serve a migliorare noi stessi.
Dopo il 2012, che è stato un anno di svolta, in cui Greg Horowitt e il network della Kauffman Society hanno regalato a Wcapital un modello formidabile, oggi lavoriamo su un Innovation Canvas originale. Quest’anno è stato il momento della maturità, della consapevolezza, della concretizzazione, sotto quasi ogni punto di vista. Gli acceleratori, la crescita del network e della community, la proiezione internazionale. Usiamo gli strumenti del venture capital come leva per generare innovazione, a tutto campo: dalle start up alle nuove policy necessarie per creare crescita e sviluppo. Per noi e per il nostro Paese. Un salto di qualità che peraltro non sarebbe stato possibile senza il supporto di una grande squadra senza il cui impegno non saremmo riusciti a centrare tutti gli obiettivi necessari per aprire una nuova “macchina”, a partire dal primo acceleratore nel pieno centro di Roma, a due passi da Palazzo Chigi, lo scorso 19 aprile.
Nell’edizione 2013 i grant di impresa sono cresciuti del 50%, passando da 20 a 30, con una dotazione da 25 mila euro ciascuno. I tre acceleratori di Milano, Roma e Sicilia sono l’inizio di una strategia di attenzione alle community territoriali, destinata a proseguire: nel 2014 prevediamo l’apertura di altre location, stiamo lavorando alla loro individuazione e definizione. Ogni nuovo acceleratore avrà poi in dotazione 5 nuovi grant di impresa. Ma la novità che trovo veramente ad alto impatto è il cosiddetto Albo Veloce. Tutte le start up premiate con grant o accelerate diventano Wcap “verified” e hanno accesso immediato all’albo fornitori di Telecom Italia. Il nostro Gruppo può così catalizzare l’innovazione italiana e proporsi come il Cliente Zero, dando avvio al primo contratto commerciale di una startup. Non solo, l’Albo Veloce è accompagnato dal Basket Innovazione: un budget a sei zeri, che incentiva le nostre Business Unit a adottare le soluzioni delle start up Wcapital. Con uno “sconto” interno fino a un massimo di 100mila euro sul primo contratto. In questo modo, oltre a dedicare nuove risorse agli innovatori, miglioriamo noi stessi, incentivando al nostro interno un meccanismo di open innovation. E velocizzando in molti casi il nostro time to market.
Working Capital, infatti, è una iniziativa che mira a mettere in contatto tutti i soggetti titolati a portare idee e progetti al mulino dell’ecosistema dell’innovazione: startuppers, investitori, fondi, partner industriali. I numeri – in proposito – non mentono: dal 2009 al 2012 sono stati assegnati 79 grant d’impresa, preincubate 36 startup, finanziate e incubate altre 19. Nel 2013 sono attualmente in accelerazione 15 startup a cui sono stati assegnati grant d’impresa, e altrettanti saranno assegnati entro la fine dell’anno.
Crediamo ormai di essere parte della piccola e breve storia della recente innovazione made in Italy. Rispetto ai primi anni, siamo tutti cresciuti, ma non invecchiati, perché abbiamo trovato le energie e le idee per evolverci e non restare fermi. Molti ci sono venuti dietro, altri hanno letteralmente clonato il modello, ma alla fine è un fatto positivo. Ti rassicura nella sensazione di avere intuito la giusta direzione per tempo. L’innovazione si fa con nuovi imprenditori e favorendo la nascita di nuove imprese agili, ambiziose, determinate. Linfa nuova che scorre in un paesaggio italiano che per altri versi è diventato decrepito. Rispetto a cinque anni fa, quando abbiamo iniziato questo viaggio, l’attenzione alle startup è diventata mainstream. Nel frattempo i talenti e i progetti sono migliorati radicalmente: più maturi, più consapevoli, più internazionali. Siamo in un ottimo momento, nonostante la crisi generale che colpisce il nostro Paese. Per questo sono convinto che è da qui che bisogna ripartire e voltare pagina. E tornare a crescere.