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Post-covid, ecco tutta l’innovazione che salverà il Paese

L’innovazione tecnologica e un approccio più ambizioso alla sua adozione e creazione saranno la chiave per interpretare questo faticoso periodo di trasformazione che ci aspetta. Il Governo ha posto le basi per l’ecosistema dei prossimi anni, ma molto resta da fare. Facciamo il punto con Carabetta del M5S

Pubblicato il 04 Giu 2020

Luca Carabetta

Consulente - innovazione 🇮🇹 Già Deputato XVIII Legislatura M5S

Innovation-in-Italy

Serviranno le migliori energie di tutti noi per potere ricostruire e rilanciare il Paese dopo questo lungo e drammatico periodo di emergenza.

Sino ad oggi Governo e Parlamento hanno agito prontamente dispiegando misure emergenziali, aiuti diretti alle fasce deboli e alle categorie più colpite. Nonostante l’entità considerevole di questi interventi, è evidente come siano necessari sforzi ulteriori per potere superare questo momento così critico.

Vediamo quali sono le misure messe in campo per sostenere l’ecosistema dell’innovazione e cosa serve ancora per far crescere tutta la filiera.

La trasformazione che ci aspetta

L’Europa sta dando alcune risposte, allargando ad esempio le maglie degli aiuti di stato attraverso il cosiddetto “Temporary Framework Agreement” che ha dato vita ad alcune misure del decreto “Liquidità” e del decreto “Rilancio”. Con una crisi che si fa sempre più sistemica e diffusa occorrerà però allargare ulteriormente il perimetro degli aiuti di Stato, dando la possibilità ai Paesi di intervenire in maniera più efficace a sostegno dell’economia.

Ci aspettano anni di trasformazione economica condizionata dal distanziamento sociale che caratterizzerà la nostra vita quotidiana. Già oggi possiamo dire quale sarà la chiave per interpretare questo periodo di cambiamento: l’innovazione tecnologica e un approccio più ambizioso alla sua adozione e creazione.

Con l’inedita esperienza di un lock down prolungato abbiamo visto chiaramente i nostri limiti. L’incompleta diffusione delle infrastrutture digitali ha soffocato le attività di smart working e di insegnamento a distanza; lo scarso utilizzo – relativamente a simili Paesi Europei – dei pagamenti digitali ha limitato fortemente le attività di famiglie e imprese; l’accesso digitale ai servizi della PA a macchia di leopardo ha mostrato i chiari segni di un’Italia frammentata.

I fattori abilitanti per ripartire

Da tutto questo dobbiamo ripartire, investendo massicciamente proprio laddove oggi siamo carenti, trasformando questo momento di crisi in una scintilla per il Paese.

Il Governo, di concerto con le amministrazioni locali, dovrà fare uno sforzo aggiuntivo per il rapido completamento del piano per la banda ultralarga, oltre che avanzare con lo sviluppo di cloud, 5G e delle tecnologie che stanno alla base dei sistemi Internet-of-Things. L’obiettivo è avere un mondo più interconnesso, dinamico e smart.

Solo attraverso lo sviluppo di questi fattori abilitanti saremo in grado di far crescere tutta la filiera dell’innovazione tecnologica, stimolando la domanda e arricchendo l’offerta. Tutto questo sarà possibile grazie a una notevole e articolata potenza di fuoco dello Stato.

  • Fondo Nazionale Innovazione, avviato recentemente, agirà prevalentemente in modalità di co-investimento coinvolgendo operatori privati per operazioni di mercato. FNI ha già sviluppato una strategia da circa un miliardo di euro in grado di coprire i diversi segmenti del mercato del venture business ma grazie al decreto “Rilancio” avrà 200 milioni di euro in più per potere sottoscrivere finanziamenti convertibili, strumento riconosciuto a livello internazionale come il più adatto in un simile momento.
  • Invitalia, attraverso le sue linee di intervento, agirà direttamente per sostenere progetti innovativi di diversa scala. Grazie al rifinanziamento di 100 milioni di euro di “Smart & Start” saremo in grado di sostenere più progetti di innovazione Made in Italy.
  • Il Ministero dell’Innovazione avrà un ruolo sempre più fondamentale sia sul fronte della digitalizzazione dei servizi della PA, che rispetto all’introduzione di elementi innovativi nelle aree di competenza degli altri ministeri: dalla scuola all’ambiente, dalle infrastrutture alla sanità.
  • Il Ministero dello Sviluppo Economico coordinerà le politiche per le imprese innovative e gli investimenti e, attraverso Infratel, sarà in grado di sostenere lo sviluppo della banda ultralarga e, in generale, delle tecnologie per le telecomunicazioni.
  • ENEA avrà un ruolo centrale per il trasferimento tecnologico. Con il “Decreto Rilancio” è stato infatti attivato un fondo da 500 milioni di euro con l’obiettivo di fornire “soluzioni tecnologicamente avanzate, processi o prodotti innovativi, attività di rafforzamento delle strutture e diffusione dei risultati della ricerca, di consulenza tecnico-scientifica e formazione, nonché attività di supporto alla crescita delle startup e PMI ad alto potenziale innovativo”.
  • Il Fondo Centrale di Garanzia avrà una sezione speciale di 200 milioni di euro per potere erogare garanzie sul credito esclusivamente per startup e PMI innovative. La norma si aggiunge agli interventi di potenziamento delle garanzie sul credito già previsti dal “Decreto Liquidità” relativamente allo stesso Fondo di Garanzia e a SACE.
  • Sace, Simest, ICE porteranno avanti azioni sinergiche e aiuti diretti per l’internazionalizzazione delle imprese di concerto con il Ministero degli Esteri. Il Ministero dovrà inoltre intervenire sul piano dell’attrazione dei talenti dall’estero e del rientro delle nostre eccellenze.

Le novità per l’ecosistema dell’innovazione

Tutti questi sono i player fondamentali che agiranno in sinergia per potere sostenere l’ecosistema dell’innovazione italiana e la loro azione sarà sostenuta da nuove discipline, ordinamentali e non, da molto tempo attese dal settore.

Con il “Decreto Rilancio” infatti il Governo ha elevato al 50% l’incentivo sugli investimenti in startup innovative per persone fisiche, intervento oggi possibile grazie al Temporary Framework Europeo. In Parlamento lavoreremo per aumentare l’attuale soglia massima dei 100mila euro prevista e delimitarne meglio le modalità di fruizione.

È stata prorogata di un anno la permanenza delle startup innovative nel registro imprese dedicato. La norma ad oggi prevede che le aziende interessate possano continuare ad accedere a tutti gli strumenti previsti, senza però beneficiare delle agevolazioni fiscali. Anche su questo punto è auspicabile un intervento Parlamentare, ben comprendendo le esigenze di bilancio.

Sono stati stanziati poi fondi per l’acquisizione di servizi di incubatori, acceleratori, innovation hub e attivati strumenti verticali come quello a sostegno del settore dei videogames.

Le associazioni di categoria e i player di mercato, a ragione, chiedono infine un intervento massiccio sul fronte del credito di imposta per la ricerca e sviluppo. Ben comprendendo le esigenze del bilancio dello Stato, è evidente come sia necessario considerare l’effetto moltiplicatore di questa misura, più che mai necessaria per sostenere gli investimenti del tessuto produttivo. Anche su questo punto il Governo sta lavorando per ulteriori interventi.

È dunque chiaro che, pur considerando gli ultimi interventi massicci e articolati del Governo, ancora molto rimanga da fare. Dobbiamo essere in grado di guardare al di là dell’emergenza e al di là della crisi.

Stiamo materialmente gettando le basi per l’ecosistema dell’innovazione italiana dei prossimi anni e non possiamo che guardare nelle direzioni virtuose: rafforzamento e stabilizzazione degli incentivi fiscali, attrazione dei talenti e degli investimenti, semplificazioni, introduzione di strumenti finanziari innovativi, stimolo della domanda di innovazione anche attraverso l’adozione di nuovi modelli di business e di open innovation, infrastrutturazione digitale radicale, digitalizzazione dei servizi della pubblica amministrazione, promozione di mentalità e metodologie internazionali intorno a startup e venture investing, cultura della creazione di valore distribuito.

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