Come promuovere la collaborazione tra pubblico e privato in modo efficace? Come attivare un dialogo trasparente e pragmatico tra le aziende e le istituzioni che devono prendere decisioni per stimolare lo sviluppo economico e imprenditoriale in Italia?
La partnership concreta tra pubblico e privato è da sempre il tallone d’Achille del nostro Paese. Per provare a invertire la rotta, il Think Tank dei Leader dell’Innovazione “Leonardo da Vinci” ha allora presentato una serie di proposte al Ministro Adolfo Urso per promuovere concretamente l’innovazione nel sistema economico italiano, con l’obiettivo di stimolare sia l’innovazione all’interno delle aziende, sia l’Open Innovation delle imprese con incubatori e acceleratori di startup, parchi scientifici e tecnologici, laboratori e centri di ricerca, Università, etc.
Più innovazione con la collaborazione pubblico-privato
Non tutte le aziende sono aperte alla collaborazione con l’ecosistema esterno dell’innovazione. Il Think Tank propone quindi l’attivazione di una misura strutturale che agevoli una prima esperienza progettuale tra imprese e startup/PMI innovative, privilegiando le imprese italiane multinazionali per la capacità intrinseca di far crescere l’impresa innovativa su scala internazionale.
Il modello del corporate venture building
Il “Corporate Venture Building” è un possibile modello e si suggeriscono misure per la defiscalizzazione dei primi anni di vita degli spin-off di impresa realizzati da aziende italiane. Oltre a prevedere una maggiorazione della base di calcolo del credito d’imposta per le imprese che svolgono attività di ricerca, sviluppo e innovazione con startup e PMI innovative.
Le startup sono imprese ad alto potenziale di crescita che sviluppano prodotti e servizi tecnologici, in grado di affermarsi rapidamente a livello globale. La nascita e lo sviluppo delle startup è un elemento essenziale per lo sviluppo industriale di un Paese.
Le aziende consolidate, storicamente, tendono a ridurre l’occupazione attraverso processi di aggregazione e M&A, mentre le startup sono i vettori della nuova occupazione.
L’impatto delle startup sull’economia e la società
L’impatto delle startup nell’ambito di una strategia industriale può essere valutato sia per il livello di creazione di innovazione, sia per l’impatto economico e sociale. Le aziende, per rimanere competitive, necessitano di innovare e sono sempre più attente all’innovazione generata dalle startup. Basti pensare che 71 delle prime 100 aziende U.S. della lista Fortune 500 (ca. il 75%) hanno attivato delle divisioni di Corporate Venture Capital (CVC) e quelle che presentano un’unità di CVC hanno una migliore performance.
In alcuni settori come il “life science”, nel decennio 2008-2018 più del 65% dei nuovi farmaci autorizzati dalla FDA sono stati sviluppati da startup, contro il 30% del decennio precedente. Le stesse “Big Tech” sono oggi tra le principali acquirenti di startup. Negli ultimi 10 anni Google ha realizzato oltre 450 acquisizioni, mentre Amazon ne ha realizzato oltre 100.
In Italia, solo negli ultimi anni le corporate stanno realizzando sperimentazioni e investimenti (CVC) nelle startup, mentre sono ancora esigue le acquisizioni. In termini di impatto economico e sociale, invece, diverse analisi e studi hanno dimostrato, in maniera inequivocabile, come le startup siano creatrici nette di posti di lavoro.
Lo studio sul mercato USA condotto dalla Kauffman Foundation evidenzia come, in un arco temporale di 28 anni, le startup abbiano creato oltre 85 milioni di posti di lavoro. Per un Paese che punti a mantenere competitivo il suo tessuto industriale, appare evidente come sia fondamentale creare tutte le condizioni per la nascita di una massa critica di startup e per il loro sviluppo. Per fare ciò è fondamentale rafforzare la filiera del Venture Capital.
Il Venture Capital come stimolo per le startup
Il Venture Capital è il capitale che dà il “boost” alle startup. Come è stato dimostrato, le startup che ricevono risorse VC (“VC-backed”), nel confronto con aziende non “VC-backed” crescono più rapidamente, si dotano in anticipo di una struttura interna professionale ed hanno maggiori possibilità di essere acquisite o di quotarsi sul mercato dei capitali. L’industria del Venture Capital, per essere funzionale ed efficace, ha bisogno di una vera e propria filiera con diversi attori ed investitori, ognuno presente nelle diverse fasi della crescita della startup. Ciò necessita di un numero idoneo di operatori professionali (acceleratori, fondi di Venture Capital, iniziative di Corporate Venture Capital) operativi in tutte le varie fasi della filiera e un importante afflusso di capitali, verso gli operatori di Venture Capital, che siano poi investiti in startup.
Il ritardo del mercato italiano del VC
Il mercato italiano del VC soffre di un forte ritardo rispetto ai diretti competitor europei, con volumi di investimento esigui. Nel 2022 gli investimenti in VC hanno raggiunto gli €1,8 miliardi, (+48% vs 2021) contro ca. €30 miliardi investiti nel Regno Unito, €15 miliardi investiti in Francia, €12 miliardi investiti in Germania e €3,6 miliardi investiti in Spagna.
Uno dei principali gap rispetto agli ecosistemi avanzati riguarda il ruolo degli investitori istituzionali, (Fondazioni di origine bancaria, Fondi Pensione e Casse di Previdenza), con una scarsa partecipazione all’asset class. Nel 2022 in Italia, sull’ammontare complessivo di 278,75 miliardi, circa 30 miliardi sono stati investiti in asset alternativi e, di questi ultimi, solo l’1,4% è stato destinato al Venture Capital: circa 350 milioni. Per fare un termine di paragone a livello europeo, una recente modifica normativa introdotta nel Regno Unito autorizza i Fondi Pensione a investire fino al 5% del patrimonio gestito in Venture Capital, stimolando così un afflusso aggiuntivo di risorse per 75 miliardi di sterline.
Il Think Tank dei Leader dell’Innovazione “Leonardo da Vinci”
Il Think Tank dei Leader dell’Innovazione “Leonardo da Vinci” nasce per creare una piattaforma continuativa di interscambio di esperienze e di proposte tra i manager che governano l’innovazione nelle aziende dei vari settori produttivi e il Ministero delle Imprese e del Made In Italy. Con 75 Innovation Manager ci siamo riuniti al Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano e ci siamo confrontati in 15 Tavoli di Lavoro con il supporto metodologico di Laborplay, spin-off dell’Università di Firenze e startup innovativa, che utilizza strumenti game-based per stimolare processi di innovation management nelle imprese. Abbiamo utilizzato i paradigmi della democrazia partecipata e l’innovativa metodologia del “world café”, molto efficace quando si devono elaborare delle nuove policy pubbliche.
Incentivi fiscali e nuovi gestori di VC: le proposte del Think Tank Leonardo
Il mercato italiano è oggi in uno stadio di sviluppo paragonabile alla Francia di sette anni fa o alla Spagna di cinque anni fa, come ha sottolineato Luigi Capello, CEO di LVenture Group e fondatore di LUISS EnLabs, al MIMIT. Per fare un decisivo passo in avanti, il Think Thank Leonardo da Vinci propone dunque di:
- Stimolare la crescita degli investimenti nei Fondi di VC da parte di investitori istituzionali, in particolare Fondi Pensione, Casse di Previdenza, Fondazioni di origine bancaria e Assicurazioni, attraverso la previsione di appositi incentivi fiscali.
- Favorire la nascita di nuovi gestori di VC. Molto importante a riguardo è il lavoro che sta svolgendo CDP Venture Capital, anche per creare i “role-model” e i casi di successo.
- Potenziare e rendere effettivi gli incentivi esistenti per gli investimenti in startup da parte delle persone fisiche e giuridiche.
- Favorire l’acquisizione delle startup da parte delle corporate, anche attraverso la previsione di appositi incentivi fiscali.
Per fare ciò è necessario favorire un cambiamento culturale e paradigmatico che metta al centro dell’Agenda economica del Paese la creazione di nuova impresa, con ambizione di crescita globale (le startup), e ne comunichi in maniera efficace e continuativa gli effetti. Per esempio, sarebbe da imitare la comunicazione istituzionale del Presidente Macron in Francia.
Il rafforzamento del tech transfer
L’opera di collegamento tra Ricerca Scientifica, Università e Impresa passa per due elementi cruciali: competenze e laboratori. Sarebbe auspicabile un intervento del MIMIT per rinforzare questo meccanismo, favorendo l’assunzione di professionisti che abbiano lavorato nelle imprese e lo sviluppo di laboratori attrezzati nei Parchi Scientifici e Tecnologici perchè le Università non riescono a mettere i loro asset al servizio del Tech Transfer.
La valutazione dei risultati degli investimenti delle imprese con incentivi pubblici
Il Think Tank “Leonardo da Vinci” ha posto un focus anche sulla valutazione dei risultati degli investimenti delle imprese con incentivi pubblici. Per quanto complesso, bisogna individuare delle modalità per premiare, con maggiori crediti di imposta, le aziende che dimostrano di produrre concreto valore economico dalle iniziative di innovazione agevolate con la finanza pubblica. Una corretta governance dell’innovazione, allineata alle linee guida internazionali, va orientata verso la cosiddetta “good innovation”. Il MIMIT dovrebbe incentivare un’innovazione che affronti i criteri ESG (Environmental, Social, Governance) con cui le aziende vengono valutate sia dai clienti, sia dai mercati finanziari.
L’importanza della certificazione ISO 56001 per le imprese italiane
A settembre 2024 verrà pubblicato il tanto atteso Standard ISO 56000 e si aprirà una nuova era nella governance dell’innovazione, in quanto sarà disponibile uno strumento su scala globale per promuovere e certificare una cultura comune di management dell’innovazione. Le aziende del Made in Italy dovrebbero adottare le linee guida ISO 56000 per dare alle iniziative aziendali di innovazione una visione, un metodo e un modello di governo. A beneficiarne sarebbero le imprese stesse, ma anche l’intero sistema Paese, perché queste linee guida garantiscono una maggiore efficacia nell’utilizzo di contributi pubblici per realizzarle.
Il Think Tank propone una misura strutturale per incentivare le aziende nell’adozione di sistemi di gestione dell’innovazione certificati ISO 56001. Promotori di questa cultura di management sono gli Innovation Manager. L’adozione di modelli organizzativi per fare innovazione in modo efficace passa per la diffusione, nelle aziende di ogni dimensione, di queste figure manageriali. E, grazie alla norma UNI 11814 e al suo riconoscimento conferitogli dalla Legge 4/2013, l’ecosistema di innovazione ha uno strumento utile a riconoscere queste competenze manageriali. Bisogna incentivare la presenza di Innovation Manager certificati nelle aziende a tutti i livelli dell’organizzazione, fino ai Consigli di Amministrazione.
E le imprese che assumono tali figure professionali potrebbero godere di punteggi aggiuntivi nelle procedure valutative per l’accesso ai finanziamenti per progetti di R&S e innovazione, per esempio, su fondi nazionali e strutturali (FEASR). Attraverso la promozione della certificazione dei processi di governance dell’innovazione e delle competenze degli Innovation Manager, il MIMIT potrebbe avere finalmente degli strumenti semplici e oggettivi per riconoscere, stimolare e valorizzare una sana cultura dell’innovazione nel Paese.
Prossimi passi per il Think Tank Leonardo da Vinci
I 75 Leader dell’Innovazione si sono confrontati anche con diversi Dirigenti del Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’obiettivo di rendere pragmatica la condivisione di esperienze e costruire un percorso strutturato e continuativo di confronto tra i decisori politici, i dirigenti e tecnici del MIMIT con gli Innovation Manager, i Direttori R&D e Sostenibilità, i CEO delle imprese e i leader dell’ecosistema dell’innovazione. Siamo un Think Tank plurale, basato sull’impegno civico, e aperto a tutte le aziende appartenenti ai diversi comparti produttivi, industria, servizi, finanza che rappresentano, in modo trasversale, l’intero sistema economico delle imprese in Italia.
La prossima sfida che il Think Tank Leonardo da Vinci sta già affrontando è sviluppare lo stesso concreto e pragmatico percorso di confronto con la Commissione Europea e con le altre Istituzioni italiane che devono essere necessariamente coinvolte per rendere sempre più efficace questo interscambio, innanzitutto il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ma anche il Ministero dell’Università e della Ricerca, il Ministero del Lavoro e il Ministero dell’Ambiente per tutte le proposte che riguardano la promozione di quell’innovazione finalizzata alla Sostenibilità.