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Startup: alla scoperta dell’ecosistema francese e dei segreti del suo successo



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Vedere da vicino come funziona l’ecosistema francese, anche partecipando a eventi come il recente VivaTech, permette di comprendere quelle che potrebbero essere le traiettorie più interessanti anche per l’Italia, sulle quali concentrarci per costruire e sviluppare un modello virtuoso

Pubblicato il 30 giu 2023

Giancarlo Vergine

Tech Entrepreneur | Crowdfunding Expert



start-up innovative - Venture Investing term sheet - ESG

La Francia, nell’ultimo decennio, è diventata una delle principali destinazioni europee per gli imprenditori tech, grazie a politiche governative a favore della crescita delle startup e al forte interesse e agli importanti investimenti del mondo corporate a sostegno dei progetti di innovazione.

Startup, governo e istituzioni a supporto della crescita dell’ecosistema

Il governo francese svolge un ruolo attivo nel sostenere lo sviluppo e la crescita delle startup nel paese. Questo impegno è evidente attraverso una serie di iniziative volte a creare un ambiente favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità.

In primo luogo, il governo francese ha istituito una serie di programmi di finanziamento dedicati alle startup come ad esempio, il fondo French Tech Seed che fornisce sostegno finanziario alle imprese emergenti nel campo della tecnologia, consentendo loro di ottenere i fondi necessari per sviluppare i loro prodotti e servizi. Inoltre, sono stati creati fondi di investimento specifici per settori di nicchia, come la biotecnologia e le energie rinnovabili, al fine di sostenere lo sviluppo di aziende innovative in queste aree.

Oltre al finanziamento, il governo francese promuove anche l’innovazione attraverso la semplificazione delle procedure burocratiche e la riduzione delle tasse per le startup. Ad esempio, sono state introdotte una serie di misure fiscali volte a incoraggiare gli investimenti nelle imprese emergenti, tra cui crediti d’imposta per la ricerca e lo sviluppo e vantaggi fiscali per gli investitori in startup.

Inoltre, il governo francese ha creato una rete di acceleratori e incubatori di startup in tutto il paese. Questi programmi offrono supporto pratico alle nuove imprese, fornendo servizi di consulenza, mentorship e accesso a una vasta rete di contatti nel mondo degli affari. Attraverso questa rete di incubatori, le startup possono beneficiare di risorse e competenze che li aiutano a sviluppare e commercializzare le loro idee in modo efficace.

Infine, il governo francese ha anche promosso l’innovazione attraverso la collaborazione tra il settore pubblico e privato stabilendo partnership strategiche tra università, centri di ricerca e imprese e favorendo il trasferimento di conoscenze e tecnologie per stimolare la creazione di startup basate sulla ricerca scientifica.

Complessivamente, l’impegno del governo francese nel sostenere le startup si riflette in una serie di politiche e programmi che mirano a creare un ambiente favorevole all’innovazione e all’imprenditorialità. Queste iniziative contribuiscono a promuovere lo sviluppo di nuove imprese, stimolando l’economia e la creazione di posti di lavoro nel settore tecnologico.

Un esempio lampante di come le buone pratiche politiche unite ai capitali pubblici e privati hanno generato valore è l’incubatore Station F, nel quale tra l’altro si è tenuto il party del 14 giugno: una vera e propria cittadella dell’innovazione in pieno stile californiano, divenuto ormai simbolo dell’ecosistema parigino, con all’interno un coworking con centinaia di startup early stage.

A rimarcare come questo comparto produttivo, rappresenti una forte leva strategica sui piani futuri del paese, la presenza, oltre a quella già citata, con annesso annuncio di finanziamenti a nove zeri da parte del presidente Macron del primo ministro francese Elisabeth Borne e di numerosi membri del governo, parlamentari, presidenti di regione e rappresentanti di governi internazionali che ha dato un forte impulso a VivaTech quest’anno. Tra gli altri da sottolineare anche la presenza per tutta la durata dell’evento di Jean-Noël Barrot, ministro delegato per la transizione digitale e le telecomunicazioni.

Startup, i trend e le innovazioni più interessanti

Tornando a VivaTech, sia nella parte espositiva che durante gli speech, l’evento ha raccolto la gran parte delle innovazioni e dei trend tecnologici mondiali ponendo l’accento su alcune delle tecnologie che attualmente sono in hype come l’AI, che se da un lato cresce e si sviluppa a velocità della luce, dall’altro richiede per ovvi motivi una regolamentazione a livello globale (oltre alla light consciousness umana, necessaria e dovuta per limitare potenziali rischi, cui ha fatto riferimento Elon Musk durante il suo intervento).

Sviluppo dell’IA: cercasi talenti

Uno dei temi attuali più critici relativamente allo sviluppo dell’AI è quello della ricerca dei talenti in grado di sviluppare applicativi, motori e algoritmi di intelligenza artificiale, che sta creando una vera e propria guerra tra corporate. In tal senso, il modello francese fondato sul Corporate Venture Capital, permette alle aziende in maniera più agevole di accedere a competenze e talenti grazie alla stretta collaborazione, e talvolta l’acquisizione parziale o totale di team di sviluppatori o di applicativi già validati.

L’AI d’altronde è uno strumento sempre più utile per applicazioni industriali e commerciali, e per questo anche i giganti del tech come Amazon, Google e IBM si sono affacciati prepotentemente sul mercato, offrendo servizi sia per le aziende ma anche per gli sviluppatori, agevolando l’operato delle startup del settore.

Tantissime le startup presenti che lavorano nello sviluppo di applicazioni AI per i più disparati settori, dal MedTech al Climate Tech passando per il MadTech. Un periodo veramente favorevole per i founder che lavorano in questo mercato, con i VC da tutto il mondo alla ricerca della next big thing e la solita fomo nell’investire su questo segmento.

Smart mobility e SporTech

Un altro macro-trend fortemente rappresentato è sicuramente stato quello della Smart Mobility, con forte presenza sia lato corporate (con Audi e Renault su tutti) sia lato startup. Prototipi avveniristici e nuovi segmenti di mobilità urbana, tra cui droni per il trasporto di persone e capsule multifunzionali (presentate da Ital Design).

Infine, forte spazio, oltre allo SportTech cui era dedicato un intero padiglione, anche alla parte di innovazione legata alla cura della bellezza e al lusso, soprattutto grazie all’importante presenza di LVMH e L’Oreal.

Conclusioni

Partecipare a questa edizione del VivaTech e vedere da vicino come funziona l’ecosistema francese, ci permette di comprendere quelle che potrebbero essere le traiettorie più interessanti, sulle quali concentrarci per costruire e sviluppare un modello virtuoso.

Per farlo, ciò di cui sicuramente non si dovrebbe fare a meno è istituire delle politiche nazionali sempre più tech e entrpreneurship friendly, cercando di favorire la nascita e lo sviluppo di startup in modo agevole e attraendo sempre più talenti sia italiani che stranieri. A tal proposito bisognerebbe puntare, sull’esempio francese, a favorire la semplificazione burocratica e l’alleggerimento fiscale.

Altro tema sarebbe quello di favorire l’afflusso di capitali, sia in fondi pubblici che direttamente nelle startup, da parte delle principali corporate italiane. Le politiche economiche e industriali nel 2023 non possono prescindere da investimenti importanti nel digitale e nelle tecnologie del futuro, e pertanto i piani di crescita del paese devono prevedere forti investimenti in innovazione.

Quello che CDP ha avviato da qualche anno è quindi un processo che va reiterato e ingrandito, diventando sempre più un asset prioritario per la crescita economica.

A spingere in questa direzione devono essere sempre di più le corporate, come già in parte si stanno adoperando, avviando percorsi di incubazione e accelerazione interni e stanziando dei fondi di corporate venture capital per finanziare ed acquisire tecnologie nate e sviluppate all’esterno.

Analogamente al modello francese possiamo contare su alcune corporate di importanza mondiale che devono necessariamente creare sinergie con il mondo delle startup e del venture capital, favorendo un più veloce accesso ai mercati ai progetti innovativi e avvantaggiandosi di processi di innovazione più rapidi, grazie ad idee e aziende nate al di fuori dei loro mercati target, che quindi potrebbero effettivamente portare innovazioni disruptive.

Infine, organizzare eventi di apertura internazionale, ed in generale cercare di fare networking verso l’esterno, non può che essere una fonte vitale di conoscenze e competenze già testate su altri mercati, e connessioni utili a svilupparsi con una visione ed un mercato target globale. Tale apertura farebbe in modo di rendere le startup italiane maggiormente appetibili per gli investitori internazionali alla ricerca di opportunità sul panorama europeo, di fatto ingrandendo l’ammontare di capitali potenziale per finanziarne la crescita.

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