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Business Angel centrali nel piano industriale CDP Venture Capital



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Nel piano industriale 2024-2028 presentato nei giorni scorsi i BA rappresentano una delle componenti più importanti di un ecosistema che consenta alle startup di crescere e agli investitori di realizzare rendimenti e reinvestire in nuove startup

Pubblicato il 18 apr 2024

Paolo Anselmo

Presidente Associazione IBAN



unicorno startup
Photo by Annie Spratt on Unsplash

Anche i Business Angel fanno parte a pieno titolo della visione di CDP Venture Capital per almeno i prossimi 4 anni dell’innovazione e delle startup italiane.

È scritto nero su bianco sul piano industriale “Shaping Future” presentato pochi giorni fa e che ha delineato quella che idealmente dovrebbe essere la traiettoria di investitori e startup nel prossimo futuro.

Una linea comune da seguire, un ecosistema integrato che porti vantaggi e sviluppo per tutti, senza che nessuno rimanga tagliato fuori con l’impossibilità di poter contribuire e beneficiare del lavoro fatto da tutti.

L’obiettivo finale dichiarato è quello appunto di arrivare ad avere in Italia un ecosistema che consenta alle startup di crescere e agli investitori di realizzare rendimenti e reinvestire nuovamente in nuove startup. Un circolo virtuoso ideale.

I 4 pilastri del piano di CDP Venture Capital

Osservando meglio il piano presentato alcuni giorni fa si nota che i Business Angel hanno un posizionamento assolutamente centrale nella visione di CDP Venture Capital. I BA infatti sono indicati tra i 4 tasselli principali e centrali del piano insieme a corporate, venture capital e private equity.

Se il private equity opera con modalità e circostanze differenti da quelle degli Angel, molto più stretto invece è il rapporto con corporate e venture capital. Collaborazioni e operazioni in comune vengono già portate avanti dagli Angel insieme a queste realtà, ma risulta evidente come l’idea di un approccio sistemico possa portare solo benefici a tutte le componenti che si inseriscono in questo processo.

Un ecosistema finanziario credibile e coeso infatti sarebbe uno strumento ancora più efficace per attrarre capitali e generare quindi una crescita che sia soprattutto sostenibile per tutto il sistema Paese Italia.

La presenza dei Business Angel tra i pilastri del piano di CDP Venture Capital non deve sorprendere. Il lavoro dei singoli investitori e di realtà associative come IBAN in questi anni è stato costante e improntato verso un aggiornamento continuo a livello di competenze professionali e ricerca di figure in grado concretamente di supportare l’angel investing nelle sue forme e nei suoi scopi, ovvero di affiancamento imprenditoriale oltre che supporto economico a startup bisognose di essere sostenute soprattutto nelle primissime fasi della loro esistenza. Anche gli ultimi numeri relativi al 2023 presentati dal VeM confermano queste indicazioni di centralità per i Business Angel.

Non tanto per le operazioni condotte in autonomia, che pure sono 75 con una movimentazione complessiva di risorse economiche di quasi 40 milioni, quanto per il fatto che nel complesso il totale delle operazioni che vedono la presenza di BA è pari a 192 su un totale di deal complessivi monitorati di 405: i BA sono quindi attivamente presenti nel 47% delle operazioni monitorate dal VeM in Italia nel corso del 2023.

L’importanza di un approccio attivo, oltre che finanziario, verso le startup

Per creare realmente una cultura dell’innovazione e dell’investimento in startup non è però sufficiente la componente economica, senza la quale naturalmente nulla sarebbe possibile. È necessario infatti un approccio che i Business Angel e IBAN hanno sempre adottato nelle loro attività e che ora anche CDP Venture Capital segnala come indispensabile per creare con forza un nuovo scenario economico. Bisogna infatti adottare un approccio attivo oltre che finanziario quando si decide di investire a supporto di una startup, non si può cioè prescindere dal diventare di fatto imprenditori insieme ai founders, così da aumentare le possibilità di realizzare ritorni elevati a fronte di un rischio proporzionale al grado di innovazione. Alle startup servono risorse, ma anche competenze e consulenze specializzate e consolidate nella loro esperienza per superare le tante difficoltà e i dubbi che ci possono essere quando si inizia una nuova avventura imprenditoriale.

Il miliardo per l’intelligenza artificiale (e non solo)

Si diceva che in ogni caso la componente economica non può venire meno. In questo senso CDP Venture Capital ha annunciato investimenti per circa 1 miliardo di euro a sostegno della fase Pre-seed / Seed, i due momenti in cui i Business Angel intervengono di più e hanno maggiore possibilità di lasciare una traccia significativa nell’esistenza della startup target. Anche l’early stage è un ambito particolarmente sensibile per i BA e per questo comparto CDP ha previsto circa 1,3 miliardi di investimenti diretti per stimolare la crescita dell’ecosistema attraverso 8 nuovi fondi Early Stage focalizzati su 8 tematiche, tra cui AI, quantum, 5G e cybersecurity.

Nel complesso il piano presentato racconta di 3 miliardi per investimenti indiretti a sostegno dell’infrastruttura finanziaria del Venture Capital Italiano come supporto alla nascita di nuovi operatori VC e sostegno degli esistenti, coerentemente con la maturità del mercato e le opportunità dell’ecosistema.

Le opportunità dell’intelligenza artificiale e del deeptech

Opportunità che nonostante qualche piccolo segnale di rallentamento, o quanto meno di sgonfiamento dell’entusiasmo dirompente dell’ultimo periodo, sembrano poterci essere con forza nell’ambito dell’intelligenza artificiale. Un tema che IBAN ha deciso di approfondire il prossimo mese di luglio a Milano nel corso della sua convention annuale. Fino a questo momento gli Angel non si sono spinti molto in là nell’esplorazione delle rotte disegnate dall’IA, ma sarebbe ingenuo non considerare questo nuovo ambito di sviluppo tecnologico come un possibile terreno per nuovi investimenti e nuove occasioni.

Altro tema che non manca di suscitare dibattito è quello del deeptech, in questo caso però i Business Angel si sono già mossi concretamente, come dimostrano alcuni casi di startup del settore che hanno visto la partecipazione dei BA all’interno delle cordate di investitori. Un esempio è quello della startup D-Orbit, tra i pionieri del settore della logistica in ambito spaziale.

Dal 2018 sono stati otto i round che l’hanno vista protagonista e in 3 di questi, che complessivamente hanno raccolto oltre 90 milioni di euro, c’è stata anche la presenza dei Business Angel tra gli investitori che hanno ritenuto valesse la pena puntare su una scommessa da osservare rigorosamente con gli occhi puntati verso l’alto.

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