Con la sentenza del Consiglio di Stato che impedisce di redigere online l’atto costitutivo delle startup innovative, l’Italia rischia di tornare a essere un Paese analogico, proprio nel momento in cui siamo tutti impegnati nella transizione digitale.
Lo diciamo in una lettera al Governo, firmata dai membri dell’Intergruppo Parlamentare Innovazione, chiedendo di chiarire le conseguenze della recente sentenza e di fare tutto ciò che è necessario per ristabilire e rafforzare misure volte a facilitare la creazione di nuova impresa nel nostro Paese.
La sentenza pone inoltre questioni di legittimità nei confronti delle imprese già registrate con firma digitale e mettendo in difficoltà i soggetti attualmente in fase di costituzione.
Il Consiglio di Stato “blocca” le startup italiane, serve legge urgente per rimediare
Cosa è urgente fare: tre punti
- In particolare è urgente un decreto ministeriale temporaneo per tamponare la situazione ribadendo quanto stabilito nella norma per le parti annullate dal Consiglio di Stato. Il decreto può essere in vigore sino all’attuazione del recepimento della direttiva europea 2019/1151 c in tema di società online; ora al Senato e a pochi giorni dall’approvazione.
- Il Governo deve anche immediatamente certificare che le startup in essere siano legittime. Tema che è ora all’attenzione di Mise e Giustizia, probabilmente con una circolare interpretativa.
- Non è finita, poi bisogna tornare indietro sull’emendamento approvato al Senato, al testo di quel recepimento, che di fatto impedisce altri tipi di modalità di costituzione per tutte le SRL al di fuori di quelli con notaio.
Sul ripristino della situazione, il Governo – rispondendo alla mia interpellanza urgente oggi – non si è esposto. Ha detto che agirà a seguito del recepimento della Direttiva Europea; io ho sollecitato a fare prima. Certo bisognerà una norma primaria per correggere l’emendamento.
A quel punto la norma del recepimento della direttiva dovrebbe risolvere la situazione riportando in vigore la possibilità di costituire le startup anche online.
L’Italia ha bisogno di nuove startup, che hanno bisogno di modalità facili di avvio
Ricordiamo che ora siamo tutti impegnati ad “assicurare la ripresa economica anche grazie all’azzeramento delle barriere per la creazione di nuova impresa e alla costruzione di opportunità per tanti”, come scriviamo nella lettera.
“A partire dai più giovani, ai talenti imprenditoriali e professionali nel Paese e a quelli che vorrebbero rientrarci, cogliendo le opportunità di ascensore sociale offerte dall’accesso all’imprenditorialità abilitato e favorito dall’avanzamento tecnologico, in un contesto globale in cui tutti i maggiori Paesi competono apertamente per migliorare le condizioni dei rispettivi ecosistemi di nascita e crescita di nuovi attori economici innovativi ad ambizione globale – le startup scalabili, che sembrano essere del tutto secondarie se non assenti nell’agenda di Governo nonostante l’Italia sia già drammaticamente ultima tra le Nazioni G20 per
investimenti in capitale di rischio e sia evidente l’urgenza di cambiare passo per recuperare terreno”.