Dare vita a una propria realtà, specialmente nell’ambito tech, tra i più ferventi degli ultimi anni, eppure, ultimamente sempre più in bilico, è senza dubbio intrigante per molti e rappresenta uno step decisivo della propria carriera. Tuttavia, non mancano gli ostacoli e le difficoltà ed è fondamentale quindi avere una conoscenza molto approfondita del panorama in cui ci si muove, del mercato e delle sue caratteristiche, della competizione e degli altri attori in gioco.
Ci sono, infatti, alcuni aspetti chiave da tenere a mente se si ha intenzione di fondare una propria startup innovativa, aspetti che non dovrebbero mai essere trascurati e dai quali può dipendere il successo, o il fallimento, di quest’ultima. Ma vediamo qual è lo scenario.
I numeri del mercato italiano startup
Secondo i dati del Governo, aggiornati a metà del 2022, in Italia sono più di 14mila le realtà innovative iscritte al registro delle imprese, un numero che conferma un incremento dell’1,8% rispetto al trimestre precedente. Cresce in parallelo anche la quota di startup fondate da giovani under 35, per un totale che si attesta oltre il 17%. Gli ambiti più gettonati sono lo sviluppo di software, la fabbricazione di prodotti elettronici e la consulenza IT. Infine, si aggiunge a tutto questo la mole di investimenti in startup, che nel 2022 ammontavano a circa 2 miliardi e 340 milioni, in rappresentanza delle 192 operazioni eseguite e pari al 68% in più rispetto all’anno precedente.
Tuttavia, c’è un dato che fa riflettere e che riguarda il tasso di fallimento di una startup nei primi 4 anni di vita: il 95%. Una percentuale decisamente elevata, le cui principali ragioni sono da ricercare in un modello di business fragile, una sottovalutazione delle questioni legali e amministrative, la mancata raccolta o malagestione dei fondi ricevuti e un’idea non validata prima di essere lanciata sul mercato. Ma anche nella scarsa capacità di dialogo con gli investitori, in una presenza online poco marcata e in una conoscenza superficiale e sommaria della competizione.
I primi anni di vita di una startup innovativa
I primi anni di vita di una startup innovativa, ma non solo, sono sicuramente i più complessi, perché prevedono l’ingresso nel mercato con una strategia efficace e pianificata sul lungo termine, che consenta alla realtà in questione di sopravvivere e perfezionarsi in un mondo che oggi si caratterizza per l’elevata competitività, il continuo proliferare di idee, una tecnologia che galoppa, sempre più all’avanguardia, e capitali da destinare. A rappresentare il punto più critico, infatti, è proprio la scalabilità del business, ovvero la potenzialità di crescita, un aspetto indispensabile nel ciclo di vita delle startup, che, per sua stessa natura, dovrebbe evolversi rapidamente, incrementando clienti, fatturato e team in maniera quasi esponenziale.
I 4 fattori chiave da tenere in considerazione
Sono quattro i fattori chiave da tenere in considerazione, che riducono notevolmente il rischio di fallimento per una startup, poiché rappresentativi dei suoi pilastri fondamentali: la struttura finanziaria, la clientela, il prodotto (o servizio) e il mercato di riferimento.
- Indubbiamente, una struttura finanziaria solida, progettata sul lungo periodo e capace di portare la startup all’espansione internazionale è linfa vitale e ogni imprenditore lo sa bene. Come trovare, però, questi fondi e come sapere se sono sufficienti per tutte le operazioni necessarie? Uno strumento molto valido a tal proposito sono le proiezioni del proprio “fabbisogno finanziario”, che a loro volta derivano da un’esecuzione dettagliata del business plan, con previsioni di crescita e requisiti finanziari. Sarà quindi condizione indispensabile conoscere il valore del proprio prodotto o servizio, il budget del consumatore a cui ci si sta rivolgendo e gli investimenti necessari per accedere al mercato di riferimento. Ma non solo: bisognerà anche essere al corrente dei costi delle operazioni, non ultimi marketing e stipendi, di ricerca e sviluppo. In questo caso, le vie migliori sono i rapporti con gli investitori, attraverso pitch ed eventi dedicati, i programmi di accelerazione o gli incontri con mentor e advisor;
- Un servizio o prodotto senza il cliente di riferimento non ha ragion d’essere. Nel suo processo di espansione ogni startup ha bisogno di poter contare su un parco clienti, inizialmente anche ristretto, che possa garantire le funzionalità e l’effettiva utilità del prodotto o servizio che ha saputo soddisfare le loro esigenze. Questo è un aspetto cruciale non soltanto in fase di dialogo con potenziali investitori, ma anche per il perfezionamento e l’aggiornamento del prodotto o servizio in questione, sulla base dei riscontri e delle recensioni esterne. Importante, infatti, è porsi in ascolto, mettendo da parte il proprio ego, e perseverare nella ricerca dell’eccellenza;
- Un prodotto (o servizio) per convincere deve funzionare alla perfezione. Ecco perché due elementi imprescindibili per il successo di una startup sono la definizione e la solidità, raggiunte attraverso una serie di accorgimenti e processi: identificazione del target di riferimento, cercando di essere il più possibile precisi e di coinvolgere una specifica fetta di mercato, tenendo in considerazione le sue oscillazioni e il contesto socio-culturale; stesura di milestones e obiettivi, vale a dire punti del percorso che garantiscono il progresso; infine, non meno importante, definizione della value proposition, che metta in luce i benefici e le ragioni che distinguono dalla competizione, enfatizzando gli aspetti più innovativi e originali;
- Conoscenza del mercato e quindi della competizione. Questo significa saper pianificare una strategia di go-to-market efficace e duratura, realizzare un prodotto o servizio che sappia davvero rispondere alle esigenze dei consumatori, le cui tendenze sono state approfondite, studiate e vagliate in ogni aspetto. Ma anche saper comunicare il proprio valore, attraverso piani di marketing ben strutturati e casi di successo, ed essere consapevoli dei competitor esistenti, di come agiscono, come si posizionano, come raccontano il proprio brand e a quale target si riferiscono, in modo tale da sapere esattamente come emergere.
Conclusioni
In conclusione, non possiamo negare l’effettiva difficoltà del lanciare una startup innovativa sul mercato, complici l’elevata competizione e un mondo in continuo e repentino mutamento, che esige prontezza di reazione e grande flessibilità.
Allo stesso tempo, però, i dati preannunciano un vento a favore e danno testimonianza di un settore in fermento, pronto ad accogliere sempre nuove idee, che sappiano distinguersi dalla massa e abbiano le carte in regola per concretizzarsi, progredire e trionfare nel tempo.