La Lombardia, e nello specifico l’area di Milano, sono costantemente al primo posto in Italia per numero di startup e attività imprenditoriale. Gli ultimi dati del ministero dello sviluppo riportano che la provincia di Milano incide per circa il 15% sul totale delle startup innovative, quasi il doppio rispetto alla seconda provincia (Roma, con il 9%). Cosa spiega questo primato?
Molti rimandano al vibrante “ecosistema startup” come principale responsabile della crescente attività imprenditoriale dell’area di Milano, piuttosto che a singole misure di incentivi o organizzazioni. Ma cosa è un ecosistema? In cosa si caratterizza? Quali sono i principali attori che ne fanno parte per la città di Milano?
Nell’accezione in cui il termine viene comunemente usato, il concetto di ecosistema è spesso invocato in riferimento alla pluralità di attori le cui attività risultano interdipendenti per la creazione di valore. In questa accezione generica, l’ecosistema startup si riferisce a tutte quelle attività ed attori collegati all’attività principale di startup. Si distingue dal concetto di settore e industria perché gli attori collegati all’attività di startup spesso appartengono a diversi settori e industria.
Questa accezione è però troppo generica e di scarso valore pratico per l’identificazione di uno specifico ecosistema (es., quello collegato ad una città o impresa o specifica attività di innovazione). Senza la possibilità di identificare i contorni di un ecosistema, diventa difficile analizzare il valore dello stesso, individuare gli attori principali e le criticità; elementi indispensabili non solo per i membri dell’ecosistema per formulare strategie di crescita e di successo, ma anche per la formulazione di policy da parte degli enti pubblici al fine di stimolare attività di innovazione.
La letteratura accademica[1] ha recentemente identificato alcuni elementi distintivi dell’ecosistema che aiutano a tracciarne i confini: l’anchor, ovvero una determinata impresa, piattaforma tecnologica o attività di innovazione che definisce il punto di “ancoraggio” dell’ecosistema, e funge da catalizzatore, e il grado di complementarietà tra le attività dei vari attori che definisce le relazioni di collaborazione che legano i vari attori dell’ecosistema. La combinazione di questi due elementi definisce quindi uno specifico ecosistema, ovvero la struttura di relazioni economiche tra vari attori, i cui prodotti/servizi sono complementari nel valore (per i consumatori). Quindi, invece di parlare di ecosistema startup, dovremmo più correttamente parlare dei vari ecosistemi startup, visto che in un’area possono emergere diversi ecosistemi, con diversi punti di ancoraggio.
Questa definizione è utile ad identificare, ad esempio per una città, quali sono i punti di ancoraggio, quali attori fungono da principali hub, chi collabora con chi, e quindi le principali direttrici di creazione di valore.
Seguendo quest’approccio, tramite un’analisi di mappatura del network di collaborazioni (con una tecnica che in letteratura viene definita social network analisi), in una ricerca abbiamo identificato in primis, la mappa generale dell’ecosistema startup di Milano, individuando 23 diversi “layers” o categorie di attori, e 669 membri principali (si veda figura 1 e tabella 1), e successivamente analizzato la struttura delle relazioni tra questi membri per comprendere la natura delle complementarità (si veda figura 2 e 3).
Figura 1 – Schema di sintesi dei livelli di collaborazione dell’ecosistema startup di Milano *
Imprenditori ed attività di supporto diretto | Attività complementari | Enti Pubblici a supporto |
111 Investitori (organizzazioni) | 27 Forums | Regione Lombardia: 76 dipartimenti, organizzazioni e iniziative |
37 Incubatori e Acceleratori | Mentors | Comune di Milano |
62 Spazi di Co-working | 14 Organizzazioni specializzate in Jobs & Internships per startup | Camera di Commercio di Milano: 27 organizzazioni, dipartimenti e iniziative |
5 FabLabs | 56 grandi aziende influenti | Affiliati internazionali e locali |
21 Università e programmi di specializzazione | 27 Banche influenti | Unione Europea: 82 Organizzazioni, dipartimenti e iniziative |
I numeri riportati in tabella 1 ben rappresentano la dinamicità dell’ecosistema startup della città di Milano nel suo insieme. Ma per capirne le specificità, bisogna guardare alla figura 2 e 3. La prima mostra la mappatura delle relazioni degli attori secondo il numero di progetti ai quali un membro collabora (e gli attori con cui collabora). Questo offre un indicatore dell’importanza di uno specifico membro dell’ecosistema in termini di attività generata. Un attore ha un alto grado di relazioni, e quindi importanza all’interno dell’ecosistema, quando collabora su un alto numero di progetti.
Figura 2 – Mappa di densità delle relazioni per numero di progetti *
Analizzando invece la mappa di densità delle relazioni per numero di attori con cui un dato membro collabora, in figura 3, si evince che, ad esempio, Startup Town di Assolombarda sia un vero e proprio catalizzatore di collaborazioni, e punto di “ancoraggio” nell’ecosistema per un numero elevato di attori, seguito da Invitalia Ventures e Elite, anche se quest’ultimo risulta isolato e distante rispetto agli altri attori dell’ecosistema.
Figura 3 – Mappa di densità delle relazioni per numero di collaboratori *
Tuttavia, le due mappe illustrano anche limitata connessione (quindi collaborazione) tra i vari clusters. Rimangono degli elementi di criticità, il cui superamento rappresenta un’opportunità di ulteriore sviluppo dell’ecosistema, e con esso dell’attività di startup.
Da una serie di interviste qualitative e questionario somministrato ai vari attori dell’ecosistema sono emersi 20 elementi di criticità, riportati in Tabella 2. Alcuni di questi problemi sono superabili attraverso una maggiore informazione e accurata rappresentazione dell’ecosistema e dei suoi attori principali (questo articolo offre un primo contributo in quella direzione); altri problemi quali la scarsa internazionalizzazione, e il limitato coinvolgimento di figure professionali qualificate (es. managers, e consulenti specializzati), e operatori industriali e finanziari grandi che fungano da catalizzatori, sono di più difficile superamento e richiedono lo sforzo congiunto di vari attori. In quest’ottica, è auspicabile che le istituzioni pubbliche in campo, dopo il primo (lodevole, ancorché forse non sufficiente) sforzo che ha portato ad una serie di incentivi fiscali, passino alla fase 2 di sviluppo, tramite specifiche iniziative volte a promuove le attività di collaborazione tra i vari attori, promuovendo ad esempio specifiche tecnologie e innovazioni, maggiore scambio tra le varie aziende presenti sul territorio e le startup, e rimuovendo le lungaggini burocratiche ad esempio attraverso l’identificazione di una zona a “burocrazia-zero” legata ad alcune attività/attori dell’ecosistema. Ma soprattutto, è necessaria una maggiore consapevolezza da parte degli attori privati dell’importanza di far parte di un ecosistema di innovazione, e possibilmente di influenzarne lo sviluppo. L’augurio è che la fase 2 di sviluppo non tardi ad arrivare, e che si passi da un clima di entusiasmo e curiosità per il mondo startup ad un contesto di innovazione radicata e diffusa che contamini le aziende esistenti e tutto il territorio. A tal fine, occorre andare oltre la metafora dell’ecosistema e cominciare ad analizzarne le specificità.
Tabella 2 – Elementi di criticità dell’ecosistema *
1. Scarsa informazione e promozione dell’ecosistema startup di Milano | 8. Insufficiente numero di professional managers coinvolti in startup ed ecosistema | 15. Troppa burocrazia che frena lo sviluppo |
2. Mancanza di una guida/direttrice dello sviluppo dell’ecosistema | 9. Poche aziende grandi coinvolte nell’ecosistema | 16. Incubatori e acceleratori non specializzati in settori |
3. Scarsa comprensione di cosa e quale sia l’ecosistema startup della città | 10. Limitato supporto da parte di enti governativi | 17. Progetti startup disconnessi dalla specificità territoriale e settoriale |
4. Limitate risorse/conoscenze (persone) dedicate/specializzate nello sviluppo di startup | 11. Mancanza di eventi con scala internazionale | 18. Pochi eventi legati all’attività startup |
5. Scarsa internazionalizzazione del Sistema e delle startups | 12. Collaborazione e contaminazione di idee rimane limitata | 19. Enti finanziari principali nazionali non abbastanza coinvolti |
6. Difficoltà di attrarre talenti internazionali nell’ecosistema | 13. Mancanza di operatori grandi come catalizzatori del sistema e promotori di clusters | 20. Non chiaro a chi spetti il ruolo e responsabilità di sviluppare l’ecosistema startup di Milano |
7. Scarsa propensione da parte di imprenditori di successo a supportare l’ecosistema | 14. Assenza di promozione di attività imprenditoriale nelle scuole/università | |
*Fonte: Tesi magistrale, “A model to enable the analysis, mapping understanding and development of a city’s startup ecosystem. Practical application of the model on the startup ecosystem of Milan”, Adam Bregu, Università Bocconi, 2017; Thesis Discussant: Carmelo Cennamo.