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Startup: l’Italia supera la Francia negli investimenti dei business angel



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Tra il 2021 e il 2023, i Business Angel italiani hanno investito 213 milioni di euro contro i 208 milioni dei francesi. Nonostante le diverse dinamiche di supporto alle startup nei due Paesi, l’Italia mostra un potenziale significativo. Le prospettive per il 2024

Pubblicato il 31 mag 2024

Paolo Anselmo

Presidente Associazione IBAN



startup investimenti

Italia batte Francia. Una frase che quando si sente o legge, perdonando quel pizzico di campanilismo che da sempre caratterizza il confronto con i francesi, non può che fare piacere.

In questo caso, come in altri oltretutto, è però doveroso andare oltre il semplice dato relativo alla rivalità per cercare di cogliere il senso più profondo dietro questa affermazione.

L’elemento significativo che porta a questa frase, infatti, è che tra il 2021 e il 2023 i Business Angel italiani hanno investito maggiormente rispetto ai colleghi francesi. Facendo i conti e considerando solo le operazioni condotte in autonomia dai BA, senza l’affiancamento di altre realtà come per esempio il venture capital, il risultato è chiaro: Italia 213 milioni di euro, Francia 208 milioni di euro.

Italia e Francia, due contesti molto diversi per le startup

Un dato che acquista ancora più valore e rilievo se si considera il contesto in cui è maturato. Non solo e non soltanto quello economico più generale, ma nello specifico quello che si riferisce alle startup, alla possibilità di investire in esse e a quelle che sono le dinamiche di sostegno a chi cerca di fare imprenditoria innovativa. Da questo punto di vista le situazioni di Italia e Francia sono diverse e non a favore del nostro Paese. Negli ultimi anni infatti Parigi è emersa con forza come una delle realtà più efficaci ed efficienti per quello che riguarda le startup, il loro sviluppo e il loro sostegno. Un concetto ribadito recentemente anche da Gelsomina Vigliotti, dal 2021 vicepresidente della Banca europea per gli investimenti, a Repubblica: “Solo 30 fondi investono nelle fasi iniziali dello sviluppo in Italia, mentre nel Regno Unito, in Germania e in Francia possiamo trovarne rispettivamente 280, 200 e 180. Siamo un Paese ricco di scoperte e innovazioni, ma spesso ci manca il passaggio cruciale: trasformare queste idee brillanti in imprese. Se guardiamo alla situazione finanziaria, ci rendiamo conto di avere un numero limitato di fondi specializzati”.

Politiche governative a favore della crescita delle startup

Inoltre politiche governative a favore della crescita delle startup e importanti investimenti del mondo corporate a sostegno dei progetti di innovazione hanno consentito alla Francia uno scatto in avanti importante e la creazione di un sistema virtuoso da cui tutti possono trarre benefici. In Italia non si è ancora arrivati a questa fase con la stessa concretezza e la stessa visione globale, anche se il piano presentato da CDP Venture Capital nelle scorse settimane sembra andare proprio in questa direzione. In quel piano i Business Angel hanno un ruolo di estrema importanza nella coralità immaginata da CDP a supporto e sostegno dell’intera filiera dell’innovazione. Rimane il fatto che, al momento, se in Italia si sta ancora pianificando una strategia di questo tipo, in Francia la sensazione è che le cose siano già più avanzate.

Le prospettive per il 2024: investimenti in crescita

Intanto, dopo un 2023 piuttosto complicato, il 2024 sembra essersi aperto con una schiarita all’orizzonte sul fronte del venture capital italiano. I dati VeM dei primi tre mesi dell’anno, a cui collabora anche IBAN, evidenziano infatti che gli investimenti di venture capital sono stato pari a 516 milioni di euro (347 milioni di euro in startup italiane, +79%; 169 milioni, invece, gli investimenti in start up estere ma con founder italiane, +33%). Un dato in crescita del 61% rispetto al primo trimestre di un anno fa, quando iI totale degli investimenti era stato di 321 milioni. Chissà inoltre se nel corso del 2024 anche l’Italia riuscirà ad aggiungere qualche mattoncino per rendere ancora più solide e stabili alcune di quelle tendenze che la Francia ha dimostrato possono funzionare quando si tratta di investimenti in startup. Per esempio il corporate venture capital che è al centro del modello francese di sviluppo della filiera dell’innovazione grazie a un forte interesse di imprenditori e a imprese e a investimenti anche importanti. I vantaggi sarebbero evidenti per tutti.

Il potenziale del corporate venture capital in Italia

Per le startup l’opportunità di accedere a risorse finanziarie e competenze specializzate con maggiore facilità. Le grandi imprese infatti possono fornire finanziamenti significativi e aprire le porte a partnership strategiche e accesso a reti di clienti e fornitori consentendo alle startup di crescere rapidamente e di sviluppare prodotti o servizi innovativi per il loro mercato di riferimento. Per le grandi imprese invece investire in startup può offrire opportunità di diversificazione del portafoglio e di ricerca di nuovi modelli di business. Le startup infatti sono spesso all’avanguardia dell’innovazione e possono aiutare le aziende consolidate a rimanere competitive in un mercato che è in continua evoluzione.

Il valore dei Business Angel italiani nel panorama internazionale

Infine il corporate venture capital consente alle grandi imprese di monitorare da vicino le nuove tendenze e le tecnologie emergenti. Giusto pensarci. Anche solo per non disperdere il potenziale dei BA italiani che come dicono i numeri degli ultimi 3 anni sono in grado eccome di reggere il confronto anche con i colleghi di realtà che operano sul mercato da più tempo di loro.


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