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Startup, tutto il potenziale dell’Africa: casi di successo, esempi di cooperazione

Grazie anche a partnership internazionali con Nord America ed Europa, sono nati in Africa nuovi hub di innovazione che similmente agli incubatori e agli acceleratori presenti in Italia, forniscono un ambiente ottimale per sostenere le startup. Non mancano i limiti e le contraddizioni, ma il continente ha un alto potenziale

Pubblicato il 11 Mag 2023

Gabriele Ferrieri

Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori

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Negli ultimi anni l’ecosistema africano ha registrato una notevole crescita in termini di sviluppo e di investimenti grazie anche ad una popolazione giovane e sensibile alle nuove tecnologie e sostenuta da finanziamenti ed azioni dei governi mirati a favorire l’incremento dell’innovazione e della trasformazione digitale e della crescita economica.

Sebbene ci siano ancora molte sfide e ostacoli dal punto di vista infrastrutturale e normativo, il potenziale del continente africano lo rende un polo unico in termini di dinamismo per le imprese, per le risorse, per la forza della popolazione e per la sua straordinaria e variegata natura.

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Cosa dicono i numeri

I dati evidenziano come nel solo 2022 le startup africane abbiano raccolto più di tre miliardi di finanziamenti con un aumento del 55% rispetto al 2021: nonostante gli shock derivanti dalla pandemia, dalla guerra in Ucraina e dal cambiamento climatico, l’espansione non si è mai arrestata e anzi si è evidenziato come la tecnologia e le innovazioni abbiano svolto anche un ruolo fondamentale in risposta a quella che è stata la crisi portando ad una crescita delle città e di quei principi basilari per un’economia sostenibile e orientata al green.

I fattori crescita

Tra gli elementi chiave che hanno portato una crescita di questa portata, sono senz’altro da ricondurre al sempre maggiore utilizzo di piattaforme digitali per accedere alle informazioni e all’accesso alla connettività: questo non solo ha portato nuove opportunità alle imprese e al mondo delle startup, ma ha anche spinto la popolazione di età inferiore ai trent’anni a diventare sempre più interessata e di conseguenza esperta di quelle che sono le nuove tecnologie, portando così anche alla creazione di nuove competenze per il mondo del lavoro che pongono delle basi fertili fondamentali per la crescita delle imprese e delle startup all’insegna dell’innovazione.

Cooperazioni internazionali

In aggiunta, grazie anche alle partnership internazionali con il Nord America e con l’Europa, sono nati nuovi hub di innovazione che similmente agli incubatori e agli acceleratori che ci sono in Italia, e che in Africa si stanno sviluppando per tutto il continente, forniscono un ambiente ottimale per sostenere le startup, accedere a finanziamenti e dare opportunità di tutoring e di mentoring oltre che di networking a tutti gli aspiranti imprenditori.

Alcune delle città più importanti che sono cresciute in tal senso sono Lagos, Nairobi e Città del Capo. In particolar modo il Sudafrica ha recentemente sottoscritto un progetto con la comunità europea volta proprio a rafforzare l’ecosistema innovazione tra i due continenti con l’obiettivo di creare un’osmosi tra incubatori, acceleratori, dirigenti d’azienda, startup e grandi imprese per un processo di cooperazione internazionale che permetta di sviluppare nuovi posti di lavoro e gettare solide basi per partenariati pubblico privati mirati alla trasformazione tecnologica e digitale.

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Il mercato e i consumi

L’importanza della digitalizzazione, oltre a essere un motore di crescita economica, ha anche spinto un consumo più intelligente e attento alla sostenibilità: questo elemento è fondamentale per accelerare non solo una crescita ecologico del continente, ma anche la creazione di un mercato unico di beni e servizi per tutto il continente in cui possa beneficiare il commercio intra africano creando nuove opportunità per le imprese e espandendo quelli che sono i mercati per l’import export tra l’Africa e gli altri paesi del mondo.

Nodi da sciogliere per lo sviluppo

Tuttavia nonostante la crescita e l’aumento degli investimenti negli ultimi anni, è doveroso ricordare come non ci sia ancora un mercato del venture capital particolarmente strutturato dato che questi ultimi puntano ad investimenti nelle aree maggiormente sviluppate rispetto a quelle aree che sono ancora prive di infrastrutture adeguate tra cui il mancato accesso all’elettricità, alla connettività e ai trasporti che rappresentano il maggior ostacolo e che colpiscono specialmente quelle aree rurali nel continente.

L’auspicio è che proprio l’innovazione e gli investimenti possano cercare di colmare questo gap in quanto questa terra non solo è un pool di talenti in crescita ma la sempre crescente necessità di lavoratori qualificati potrebbe spingere ad un’accelerazione anche negli investimenti per far emergere quegli standard qualitativi e tecnologici su tutta la scala del continente africano.

Casi di startup di successo

Uno dei casi di startup di maggior successo è sicuramente quello della fintech nigeriana Flutterwave che ha raccolto oltre 250 milioni di dollari e che offre la possibilità ad ogni azienda di vendere online elaborare pagamenti e creare prodotti finanziari e strumenti utili per progettare la crescita delle proprie attività.

Altro caso di successo con oltre 150 milioni di euro di capitale raccolto e la startup MNT Halan che rappresenta il prestatore egiziano più grande, in altri termini una piattaforma creata per depositare digitalmente gli “unbanked” (coloro che non posseggono un conto corrente bancario tradizionale) e sostituire il contante con soluzioni elettroniche.

Esempi di cooperazione tra l’Italia e l’Africa

In merito a quelli che sono i rapporti economici e commerciali tra Italia e Africa, è doveroso ricordare quella che ormai va in scena da oltre sei anni: ci riferiamo all’Italia Africa business week, un evento che mette a confronto imprenditori, istituzioni, banche e investitori ed enti ed enti del terzo settore per promuovere scambi commerciali ed economici tra la realtà italiane ed africane.

Uno scambio non soltanto legato al Made in Italy e al know how italiano ma anche di tecniche di produzione da poter implementare in un mercato in espansione come quello africano portando con sé elementi fondamentali quali anche sistemi sanitari all’avanguardia, agribusiness e la moda tradizionale.

Uno degli elementi fondamentali emersi anche nell’ultima edizione è stato il ruolo dell’empowerment femminile, in cui la leadership delle giovani imprenditrici evidenzia un’importante modello identitario dell’Africa e delle proprie tradizioni. Un’opportunità di sviluppo e un ponte tra le giovani generazioni che risponde non soltanto al concetto di identità paritaria, ma anche a quello della tolleranza e del rispetto delle diverse etnie, ispirata ai principi dell’ONU – Organizzazione delle Nazioni Unite e di rispetto dei diritti umani e delle azioni a sostegno della popolazione per contrastare il fenomeno della corruzione e della povertà.

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