Il PNRR è uno degli argomenti che con cadenza ciclica torna ad affacciarsi nell’attualità economica italiana. Questo perché, oltre alla vastità degli ambiti che va ad intercettare, raccoglie al suo interno una quantità di risorse e opportunità economiche che più volte sono state definite un’occasione irripetibile per l’Italia e lo sviluppo del sistema paese.
Le startup da questo punto di vista non fanno eccezione. Anche per loro la dotazione prevista dal PNRR è davvero importante nella sua portata e per questo è necessaria una strategia mirata per sfruttare al massimo questa opportunità. In questa direzione si muovono le iniziative di CdP Venture Capital, incaricata di gestire importanti risorse da destinare allo sviluppo dell’ecosistema italiano dell’innovazione.
Focus su sud Italia, under 35 e donne
CDP Venture Capital è stata incaricata su decreto interministeriale a gestire mediante fondi specifici 550 milioni di euro di risorse pubbliche provenienti dall’iniziativa europea Next Generation EU e convogliate per l’Italia nel PNRR. Le risorse sono allocate su due strumenti di investimento che intendono intercettare due ambiti molto precisi dell’innovazione e della transizione industriale italiana, per rafforzare la capitalizzazione delle giovani imprese e contribuire a sviluppare l’intero ecosistema del Venture Capital.
Un fondo da 300 milioni di euro è infatti dedicato alla transizione digitale, mentre il secondo da 250 milioni guarda invece a tutte le opportunità che riguardano la green transition.
Ciascuno di questi fondi risponde a criteri precisi per individuare e selezionare le realtà da sostenere.
In particolare, entrambi i fondi intervengono sia in modo “diretto” con strumenti convertibili o entrando nel capitale di giovani imprese, che in modo “indiretto”, investendo a loro volta in fondi di Venture Capital, in co-investimento con altri operatori di mercato. Il 40% degli investimenti è riservato a target residenti nelle Regioni del Mezzogiorno, con il fine di stimolare la capitalizzazione delle realtà più promettenti in questa area specifica del Paese anche attraverso l’attrazione di ulteriori capitali di terzi.
Anche le startup e pmi innovative di giovani under 35 e donne avranno uno spazio di rilievo e anzi potranno essere guardate con un’attenzione particolare se presenteranno idee e proposte valide e supportate da visione e concretezza.
Come funzionano i fondi green transition e digital transition
Se le direttrici di intervento sono tracciate, lo sono altrettanto gli ambiti verticali che i due fondi gestiti da CDP Venture Capital intendono esplorare per allocare le risorse a propria disposizione, con il termine massimo per avviare la creazione del portafoglio di investimenti entro giugno 2026.
Il fondo Green Transition, dotato come si è detto di 250 milioni, guarda appunto a quella che è la transizione ecologica declinata in particolare su 5 settori di innovazione: la filiera delle rinnovabili intesa come tecnologie a supporto di questo inevitabile cambio di paradigma energetico, lo storage come conservazione di energia prodotta da fonti rinnovabili da immettere nel sistema in caso di necessità, l’economia circolare, la mobilità elettrica e l’efficientamento energetico degli edifici.
Il fondo Digital Transition, dotazione da 300 milioni di euro, prevede invece di intervenire nei settori dell’innovazione digitale (ad esempio dell’Intelligenza Artificiale, del cloud, dell’assistenza sanitaria, dell’Industria 4.0, della cybersicurezza, del fintech e della blockchain, ovvero in altri ambiti della transizione digitale come le digital platforms).
Ciascun fondo prevede un team che valuta le candidature che vengono presentate compilando la modulistica presente sul sito di CDP Venture Capital. I criteri con cui si scelgono le proposte riguardano l’ambizione e la competenza del team che forma la startup o pmi innovativa, la dimensione del mercato in cui il progetto di business vuole muoversi, l’unicità della proposta che viene presentata, la sua sostenibilità a tendere e un track record iniziale a livello di ricavi.
Il possibile ruolo dei business angel nella strategia di CDP venture capital
Alla luce di tutto questo una categoria come quella dei Business Angel può entrare in scena solo a valle di tutto questo processo di analisi e selezione. Gli obiettivi finali di CDP Venture Capital, infatti, sono quelli di rafforzare la capitalizzazione delle startup e ancor più in generale sviluppare il Venture Capital Italiano. Un comparto che ha bisogno di supporti come quelli dei fondi Green Transition e Digital Transition in una fase in cui gli investimenti complessivi, alla luce di tutte le complessità che si sono sviluppate a livello mondiale nell’ultimo periodo, stanno diminuendo, con il rischio che tante realtà innovative non riescano a superare la prima fase del loro sviluppo, spesso la più delicata e complicata da gestire.
Con il contributo di investitori come CDP Venture Capital invece questo momento può essere coordinato e governato in modo più accurato e indirizzato per fare in modo che le risorse a disposizione arrivino a chi è in grado di proporre e presentare progetti e idee validi e che guardano al futuro. I BA, come hanno sempre fatto, sono pronti a sostenere per quelle che sono le loro possibilità l’intero ecosistema dell’innovazione italiana, non solo attraverso le proprie risorse economiche personali, ma anche mettendo a disposizione tutte le conoscenze e il know how che caratterizza il loro profilo. Magari indirizzando i propri interventi proprio verso quei soggetti individuati e scelti da CDP Venture Capital per le proprie azioni di supporto e sostegno.