le sfide per le aziende

Uscire dalla crisi innovando: esempi e strumenti per sopravvivere alla tempesta perfetta

Aziende con oltre un secolo di storia come Ford o Maersk hanno superato eventi catastrofici come la Grande Depressione rimanendo sempre sulla frontiera dell’innovazione. Ecco perché stavolta le giovani aziende tech dovrebbero guardare a quelle più datate per imparare lo spirito di adattamento, innovazione e resilienza

Pubblicato il 24 Ott 2022

Alessandro Astone

Country manager per l’Italia di Stripe

consiglio europeo innovazione

Inflazione alle stelle, guerra in Ucraina, tensioni con la Cina, catene di approvvigionamento interrotte e una recessione incombente: le sfide per le imprese in questo momento storico non mancano. Queste difficoltà geopolitiche ed economiche richiedono una pronta reazione: in un periodo come questo è ancora più importante, per le aziende, essere prudenti e massimizzare l’efficienza. Tuttavia, concentrarsi solo sui risparmi a breve termine potrebbe essere una mossa controproducente nel lungo termine. Infatti, anche essere strategici e trovare nuovi flussi di entrate è un tema di fondamentale importanza.

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Le lezioni dal passato

Guardare i periodi di rallentamento del recente passato può essere istruttivo in ottica futura. Nel crollo delle dot-com dei primi anni 2000, il Nasdaq è sceso del 78% a causa del fallimento di migliaia di società online. Le aziende che sono sopravvissute lo hanno fatto ripartendo da valutazioni molto più basse.

Innovare per resistere: gli esempi opposti di Amazon e Nokia

Tuttavia, alcune delle aziende tecnologiche di maggior successo del nostro tempo non solo sono sopravvissute, ma sono anche cresciute durante periodi di crisi. Ad esempio, è noto ai più come Amazon abbia iniziato negli anni ’90 nel ruolo di rivenditore diretto di libri. Ma non tutti sanno che ha lanciato Amazon Marketplace (consentendo ai venditori di terze parti di accedere alla propria piattaforma) alla fine del 2000, cioè sei mesi dopo l’inizio del tracollo delle dot-com. A quel tempo, costruire un marketplace era complesso e costoso, ma la decisione è stata quella di investire, nonostante la crisi stesse facendo colare a picco il prezzo delle sue azioni, ed è stata premiata con un successo straordinario.

Dall’altro lato, non mancano le aziende che hanno fatto scelte più votate a difendersi di fronte a un ambiente difficile, pagandone il prezzo. Un tempo leader mondiale incontrastato nei telefoni cellulari, Nokia si è trovata ad affrontare una nuova minaccia nel 2007, quando Apple ha rilasciato l’iPhone. Un anno dopo il clima imprenditoriale è diventato ancora più complesso con la crisi finanziaria del 2008 e il conseguente rallentamento dell’economia. Invece di destinare risorse a obiettivi di innovazione a lungo termine, come lo sviluppo di un nuovo sistema operativo, il management di Nokia ha optato per l’opzione più economica: ha deciso di sviluppare nuovi dispositivi telefonici per le richieste del mercato a breve termine, mantenendo l’obsoleto e ingombrante sistema operativo Symbian. Sappiamo cosa è successo dopo: la mancanza di visione ha portato al forte declino dell’azienda, portandola infine ad essere acquisita da Microsoft nel 2013.

La storia dimostra che le aziende non possono permettersi di abbassare le proprie ambizioni solo perché si trovano di fronte a un momento di rallentamento. Devono dedicare le ore lavoro degli sviluppatori a progetti strategici e pensare non solo ai costi in termini di sopravvivenza immediata, ma anche alla luce delle opportunità a lungo termine.

Fare di più, con meno: così il digitale ha ridotto gli oneri per le aziende

Sono cambiate molte cose dallo scoppio della bolla delle dot-com. La proliferazione di API e strumenti SaaS hanno ridotto drasticamente gli oneri operativi per le aziende, il che significa che grandi progetti strategici possono essere realizzati con costi fissi più bassi nel lungo termine. Avviare un mercato simile a quello di Amazon, ad esempio, non richiede più mesi o addirittura anni di sviluppo del software, ma può essere esternalizzato con strumenti come Stripe Connect.

La complessa interazione tra i software utilizzati oggi può essere difficile da affrontare, ma durante un rallentamento dell’economia, rivedere lo stack tecnologico e i fornitori SaaS per identificare dove è possibile ridurre la struttura dei costi può essere un esercizio molto utile.

Il processo decisionale strategico odierno

Un calcolo del costo totale di proprietà (TCO) può fornire un quadro chiaro dei costi effettivi di un investimento e delle conseguenze a lungo termine che derivano dalla scelta di un fornitore rispetto a un altro. Nei pagamenti, i costi immediati di implementazione e configurazione di un software non forniscono una panoramica completa, né i costi delle transazioni in corso. Le conseguenze sono, in realtà, molto più ampie.

Il valore del tempo impiegato dagli sviluppatori deve essere valutato rispetto al conseguente vantaggio di impegnare le risorse ingegneristiche più scarse e rare in favore di asset più strategici per l’azienda. Allo stesso tempo, nell’ottica di guardare sempre avanti, è necessario considerare l’intera offerta di prodotti del fornitore di software e le innovazioni future per preservare la flessibilità e lo spirito di adattamento ai cambiamenti. Per tornare all’esempio dell’introduzione di un marketplace, anche se l’avvio di un progetto come questo non è tipicamente sulla tabella di marcia quando si verifica una crisi, l’opzione per esplorare un mercato nuovo nel futuro ha di per sé un valore, che un’azienda potrebbe anche voler valutare. Il valore di tale opzione è certamente maggiore nei periodi in cui l’economia è in calo: i rallentamenti accelerano il cambiamento e il mondo apparirà diverso quando l’economia riprenderà. Per continuare il percorso di crescita anche all’interno del mondo di domani, sarà necessario adattarsi, anche se potrebbe non essere del tutto chiaro fin dall’inizio capire esattamente su che cosa sia necessario lavorare e di conseguenza a cosa dedicare la maggior parte delle energie.

Oltre a un calcolo del TCO, può essere utile anche un’analisi dell’impatto economico totale (TEI). Considerare quindi i costi come investimenti e il loro potenziale ritorno. Forrester ha appena completato un’analisi simile per gli utenti di Stripe, scoprendo che le aziende hanno registrato un ROI medio del 326% quando hanno scelto Stripe come fornitore di servizi di pagamento, non solo ottimizzando il processo di transazione, ma anche limitando l’impatto sulle ore-lavoro degli sviluppatori e aprendosi a nuovi flussi di entrate. Il British Council, ad esempio, è stato in grado di generare 5 milioni di sterline di ricavi in più grazie a tassi di conversione più elevati e alle prestazioni ottimizzate sui dispositivi Mobile. Deliveroo è stato in grado di aprire un canale completamente nuovo offrendo consegne a domicilio in abbonamento. Introducendo nuove linee di business e dedicando più tempo agli sviluppatori per l’evoluzione dei loro prodotti principali, queste aziende diventano più dinamiche quando l’economia cresce e più resilienti quando diminuisce.

Non smettere di innovare, la chiave per uscire dalla crisi

Aziende con oltre un secolo di storia alle spalle come Ford o Maersk hanno vissuto diversi rallentamenti, compresi alcuni catastrofici come la Grande Depressione. Hanno imparato più e più volte che rimanere sulla frontiera dell’innovazione è l’unico modo per uscire da un periodo di rallentamento dalla parte giusta della storia: Ford ha inventato la catena di montaggio nel 1914 e, più di un secolo dopo, è tra le prime case automobilistiche a pensare in modo olistico all’esperienza di pagamento digitale dei propri clienti. Maersk si è evoluta con il settore delle spedizioni, è cresciuta attraversando diverse crisi nel corso dell’ultimo secolo e ora abbraccia con successo la tecnologia, per fornire una piattaforma logistica completamente digitale ai propri clienti. Per molto tempo, le aziende tradizionali hanno cercato di imparare dal successo delle aziende tecnologiche e di utilizzare queste lezioni per adattarsi al mondo digitale. Nell’attuale clima economico, potrebbe essere una buona idea, per una volta, invertire il processo di trasferimento di conoscenze: le aziende tecnologiche più giovani possono imparare molto da quelle più datate per quanto riguarda lo spirito di adattamento, innovazione e resilienza.

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