I dati VeM del 2024 presentati nelle scorse settimane hanno dato due notizie a tutti gli operatori del settore: la prima è che il 2023 è stato con ogni probabilità un anno con peculiarità quasi uniche che lo hanno caratterizzato e indirizzato, la seconda è che il mercato italiano pare aver raggiunto una stabilità che ora gli permette di tendere a nuovi traguardi che puntano in alto, piuttosto che continuare a guardarsi troppo in basso per essere sicuri di avere i piedi abbastanza saldi senza pericolo di instabilità.
Due conclusioni che solo a uno sguardo superficiale possono apparire scontate o prive di un loro significato importante. Perché inseriscono il Venture Capital italiano in un nuovo scenario, spostando un po’ più in la quella linea dell’orizzonte che fino a questo momento era rimasta come ancorata in acque sicure e poco profonde. Ora invece la sensazione è che le vele siano pronte per andare alla ricerca di qualcosa di nuovo e inedito.
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Venture capital in Italia: imitare la Francia per dare nuovo slancio alla crescita
Intorno all’Italia ci sono Paesi europei in cui il mercato del Venture Capital è già in una fase più avanzata e strutturata del proprio sviluppo e capacità di sostegno alle imprese innovative.
Da questo punto di vista ci sono alcuni elementi e strategie che se presi ad esempio e articolati nel nostro Paese secondo le specificità italiane potrebbero rappresentare un importante acceleratore per una nuova fase di crescita espansiva, superando le attuali criticità. Uno di questi lo ha ricordato lo scorso anno il Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, secondo cui la raccolta di capitali e risorse trarrebbe beneficio da una maggiore e più diversificata presenza degli investitori istituzionali. «Se assicurazioni e fondi pensione investissero nei fondi nazionali una quota dell’attivo pari a quella della Francia, la raccolta raddoppierebbe» le sue parole.
Provando a tradurre questo concetto in dati e cifre se l’1% delle somme gestite da questi enti fosse investito in economia reale arriverebbero almeno 3-4 miliardi di euro di risorse nella nuova imprenditoria italiana. Cifre tre o quattro volte più grandi di quelle che in questo momento il mercato italiano è in grado di raccogliere, come rivelato dall’ultimo Osservatorio VeM sul 2024 che ha registrato 1,2 miliardi di euro di risorse per il mercato domestico.
Dando seguito all’ipotesi presentata dal Governatore Panetta l’Italia potrebbe immaginare di arrampicarsi fino a quota 5 miliardi di euro nella migliore delle ipotesi. Una cifra che sarebbe enorme per le abitudini italiane e che si avvicinerebbe a quelle registrate proprio in Francia per il 2024: nello specifico, secondo il barometro EY del capitale di rischio in Francia le startup francesi hanno raccolto 7,7 miliardi di euro nel 2024, con un calo del 7% rispetto a quanto registrato nel 2023.
Business angel: un ruolo cruciale per il Venture Capital in Italia
Nel mercato italiano del Venture Capital i Business Angel occupano una posizione rilevante da diversi anni. Anche i numeri del 2024 confermano l’importanza di questi attori per tutta la filiera dell’innovazione. Tra startup italiane ed estere con founder del nostro Paese nel 2024 sono stati impegnati 75,4 milioni di euro, praticamente il doppio di quanto accaduto nel 2023. Inoltre, in contro tendenza rispetto ad altri contesti, le società target che hanno beneficiato del supporto economico dei Business Angel sono cresciute del 41% anno su anno. A tendere nel corso dei prossimi anni sarebbe un grande traguardo riuscire a raggiungere i 100 milioni di euro investiti.
Obiettivo raggiungibile da una parte aumentando il numero di Angel, dall’altra confidando in un contesto generale che sia sempre più favorevole a chi si impegna per l’imprenditoria innovativa. Sotto quest’ultimo aspetto gli ultimi provvedimenti strutturali approvati dal Governo vanno in una direzione auspicata e auspicabile e permettono così di avere sensazioni positive anche rispetto al 2025. Chiaro ed evidente che i Business Angel scelgono sempre con grande accuratezza i progetti da supportare, diventa così indispensabile che sulla scena imprenditoriale si affaccino nuovi talenti emergenti, con idee, progetti e stimoli che siano in grado di guardare al domani con visioni diverse da quelle normalmente presentate.
Da questo punto di vista la presenza costante sul territorio può e deve incentivare l’emergere di opportunità e occasioni. Proprio in questa direzione lavora l’ultimo Ban territoriale che IBAN ha attivato in Liguria. I primi eventi e incontri organizzati per far incontrare tra loro startup e investitori hanno dimostrato una buona vivacità, a testimonianza di come probabilmente in alcuni casi l’innovazione debba solo essere cercata per farsi trovare e non rimanere confinata in un recinto di belle idee, progetti vaghi, ma che non possono avere modo di presentarsi ed essere valutati da potenziali investitori.
Verso una crescita sostenibile dell’ecosistema
Risulta in conclusione evidente che solo l’unione e l’amalgama di tutti questi fattori può portare a una crescita che sia davvero nuova e diversa rispetto a quanto osservato fino a questo momento.