Programma Copernicus

Beni culturali: così il telerilevamento può aiutare a proteggere il patrimonio

Nell’era del cambiamento climatico e del turismo di massa, il telerilevamento di parametri ambientali previsto dal programma Copernicus si configura come un valido supporto di protezione e gestione sostenibile del rischio. Cosa è emerso dalla task force sui beni culturali e come applicarlo

Pubblicato il 08 Giu 2022

Alessandra Bonazza

Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale

colosseo - beni culturali

L’applicazione innovativa delle tecnologie di telerilevamento e dei servizi del Programma Copernicus può certamente costituire un punto di svolta ai fini del monitoraggio e della protezione del patrimonio culturale e naturale, messo a rischio a causa dall’impatto dei cambiamenti climatici, dall’inquinamento e da eventi calamitosi [1,2,3,4].

Beni culturali a rischio: strumenti e strategie per vincere la sfida del cambiamento climatico

La protezione dei siti archeologici e dei complessi monumentali nell’era del turismo di massa

La protezione dei siti archeologici e dei complessi monumentali nell’era del turismo di massa e del cambiamento climatico rappresenta una sfida crescente, che può essere affrontata solo integrando modelli di gestione ed esperienza in campo.

I siti e i monumenti sono soggetti agli effetti di vari agenti ambientali, che agiscono in sinergia con frequenza e intensità variabili.

Il monitoraggio a lungo termine di parametri ambientali e climatici e di indicatori a una adeguata risoluzione spazio-temporale diventa perciò un requisito fondamentale per l’elaborazione di piani d’azione e strategie di gestione sostenibile [5].

Il monitoraggio deve basarsi sull’integrazione dei dati provenienti dal telerilevamento e da misure in situ, in associazione con i risultati delle applicazioni di modelli climatici. Tale approccio integrato è un prerequisito per ridurre la vulnerabilità del patrimonio culturale in tutte le fasi del ciclo di gestione del rischio: prevenzione/preparazione, emergenza e recupero.[5].

Gli obiettivi della Copernicus Cultural Heritage Task Force

Nel 2019, il Copernicus Committe ha formalizzato la Copernicus Cultural Heritage Task Force, dedicata a valutare il potenziale di applicazione attuale e futuro dei dati, dei servizi e dei prodotti di Copernicus al settore Beni Culturali [6].

La Copernicus Cultural Heritage Task Force, composta da esperti nazionali degli Stati Membri Europei, provenienti sia dal settore dei Beni Culturali che da quello dell’Osservazione della Terra, e coordinata dal Ministero della Cultura Italiano (MiC), è stata indirizzata a:

i) mappare i requisiti degli utenti nell’ambito del settore protezione e gestione dei Beni Culturali a rischio.

ii) analizzare le potenzialità dei dati, dei servizi e dei prodotti esistenti di Copernicus di soddisfare tali requisiti.

iii) identificare possibili opzioni di miglioramento e personalizzazione all’interno dei servizi principali già operativi di Copernicus per facilitare ed incrementare l’applicazione al settore Beni Culturali.

Le potenzialità dei servizi Copernicus per la protezione dei Beni Culturali

L’analisi condotta dalla Task Force Copernicus Cultural Heritage mostra che la maggior parte dei prodotti dei servizi routinari di Copernicus ha il potenziale per soddisfare i requisiti evidenziati dagli utenti:

  • Climate Change (C3S),
  • Atmosphere Monitoring (CAMS),
  • Marine (CMEMS) e Land Monitoring (CLMS).

Per quanto riguarda i servizi on-demand, esiste un grado di corrispondenza molto elevato tra i requisiti individuati e la maggior parte dei prodotti Copernicus disponibili. In particolare, prodotti specifici per il monitoraggio del patrimonio culturale sono già stati rilasciati dai Copernicus Security Services – Support to External Actions.

Emerge quindi che le attuali capacità del programma Copernicus coprono una parte considerevole delle esigenze della comunità dei Beni Culturali.

Inoltre, Copernicus sta già svolgendo un ruolo cruciale nell’incrementare e diffondere l’applicazione dei relativi servizi attraverso l’implementazione dell’Information as a Service (IaaS), che consente l’accessibilità di dati complessi in una forma comprensibile e di facile utilizzo alle comunità di utenti non esperti.

Obiettivo prioritario è supportare gli utenti nella gestione di fonti di dati diversificate che richiedono un ampio e specifico insieme di competenze, non sempre possedute da coloro che sono responsabili della protezione e della conservazione e gestione del patrimonio culturale.

Cosa fare per applicare Copernicus ai beni culturali

Nonostante le notevoli capacità evidenziate, l’analisi mostra anche che sono ancora necessari sforzi per customizzare gli attuali prodotti Copernicus sulla base dei requisiti individuati e quindi permettere una potenzialità ottimale di applicazione e utilizzo nel settore Beni Culturali.

Un unico punto di accesso ad un servizio dedicato ad esempio risulterebbe estremamente utile per consentire agli utenti di sfruttare un’unica fonte, in cui i prodotti Copernicus e le informazioni correlate sono raccolti e resi accessibili ed utilizzabili.

Strati informativi integrati pronti all’uso sulla copertura ed uso del suolo, sulle condizioni climatiche e meteorologiche, nonché sui parametri atmosferici, consentirebbero senza dubbio una migliore comprensione dei fenomeni specifici che interessano i siti culturali e naturali a rischio e supporterebbero gli utenti sulla base di un modello sussidiario.

Un’unica infrastruttura, come un hub tematico dedicato, dove gli utenti possano trovare ed applicare tutte le informazioni necessarie ed estraibili dai diversi Servizi, raggruppate in un unico “punto di accesso”, costituirebbe la soluzione ottimale.

Bibliografia

  1. [1] Valagussa A.; Frattini P.; Crosta G.; Spizzichino D.; Leoni G.; Margottini C. “Hazard ranking of the UNESCO World Heritage Sites (WHSs) in Europe by multi-criteria analysis”, Journal of Cultural Heritage Management and Sustainable Development, 2019.
  2. [2] Sardella A., Palazzi E., von Hardenberg J, Del Grande C., De Nuntiis P., Sabbioni C., Bonazza A. “Risk mapping for the sustainable protection of cultural heritage in extreme changing environments”, Special Issue Assessing the Impact of Climate Change on Urban Cultural Heritage. Atmosphere, 2020. 11(7), 700, https://doi.org/10.3390/atmos11070700.
  3. [3] Sesana E, Gagnon AS, Ciantelli C, Cassar JA, Hughes JJ. “Climate change impacts on cultural heritage: A literature review”, WIREs Clim Change. 2021; 12:e710. https://doi.org/10.1002/wcc.710SESANAET AL .29 of 29
  4. [4] Fatorić, S., Seekamp, E. “Are cultural heritage and resources threatened by climate change? A systematic literature review”, Climatic Change 142, 227–254 (2017). https://doi.org/10.1007/s10584-017-1929-9
  5. [5] Bonazza A., Maxwell I., Drdácky M., Vintzileou E., Hanus C., Ciantelli C., De Nuntiis P., Oikonomopoulou E., Nikolopoulou V., Pospíšil S., Sabbioni C., Strasser P., “Safeguarding Cultural Heritage from Natural and Man-Made Disasters – A comparative analysis of risk management in the EU”, 2018. Contract n ° EAC-2016-0248. DOI: 10.2766/224310.
  6. [6] Bonazza A., Bonora N., Ducke B., Spizzichino D., Recchia A. P., Taramelli A., 2022. “Copernicus in support of monitoring, protection and management of cultural and natural heritage”, Sustainability 14, 2501. https://doi.org/10.3390/su14052501 .

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